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Conte: dialogo con Ue, no Iva, stop prevaricazioni

“Non vivacchierò a Palazzo Chigi, piuttosto rimetto il mandato”. Parole e musica del premier del governo gialloverde, Giusppe Conte, la figura bipartizan che e´ stata scelta dai due leader delle due forze che riuscirono a trovare una intesa, dopo le elezioni Politiche, ovvero la Lega di Matteo Salvini, e il movimento Cinque Stelle di Di Maio. Furono loro a optare per una personalita´come quella di Conte.

In grado, si diceva allora e si dice ancora, di far da collante, riequilibrando evidenti distanze concettuali tra i due corpi del governo gialloverde, e che pero´ hanno saputo fino ad ora scollinare le molteplici mareggiate attraverso la conformita´ ad un programma di governo attorno al quale, ancora oggi, dopo le sue parole di avviso, il premier chiama tutti a riunirsi.

In fondo in fondo é questo cio´ che il premier Conte chiede. Uniti e stop alle polemiche e diatribe di parte e ladifesa dell’esecutivo.

Conte minaccia. Un forte richiamo alla intesa in seno al governo, pena le dimissioni

L´esordio del discorso di Giuseppe Conte si orienta intorno alla difesa del suo esecutivo. “Il primo giugno 2018 c’era molto scetticismo su di noi, anche perché alla base della nostra azione c’era un contratto. Ma c’era scetticismo anche su di me, perché non avevo alle spalle una mia forza politica. La fedeltà alla Repubblica è stata e sarà sempre il mio solo faro”.

Si passa poi, nel suo discorso, ad annoverare i risultati di questi 12 mesi: “In questo anno abbiamo realizzato misure per rispondere soprattutto alle esigenze sociali dei cittadini, da quota cento al reddito di cittadinanza“. Un messaggio anche in direzione di quello che há considerato come un rafforzamento della sicurezza dei cittadini, e sul piano dei rimpatri degli irregolari.

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Ma il punto focale attorno a cui há preso a impennarsi il discorso di Conte e´ stato quello relativo alla stabilita´ e alla continuita´ del lavoro in agenda nel governo.

Conte ha dichiarato che non sussistono stalli nell’azione della sua amministrazione. Ad esempio, sul piano dell’autonomia, uno dei piu´ discussi in seno all’alleanza gialloverde, Conte há sostenuto come non ci siano rallentamenti, ma che il tema non debba tuttavia acuire il divario nord-sud.

Un passaggio clou, anche quello sull’Iva: non aumenterà, ma la manovra sarà complessa. Da qui in poi, Conte, non ha risparmiato stoccate. “Non possiamo lavorare se continuano polemiche e freddure sui social”. E il suo ha suonato come un vero ultimatum ai partner di governo.

Aggiornamento ore 9,49

“Il mio motto è sobri nelle parole e operosi nelle azioni. Ma se continuiamo nelle provocazioni per mezzo di veline quotidiane, nelle freddure a mezzo social, non possiamo lavorare. I perenni costanti conflitti comunicativi pregiudicano la concentrazione sul lavoro”, ha tuonato il premier Conte nel suo attesissimo discorso agli italiani delle scorse ore.

E non ne há risparmiato alcuno. “Nessun ministro prevalichi le sfere che gli competono”. E chi, in tanti, ci ha letto stoccate a Di Maio e a Salvini non ha certo toppato.

Per Conte, la stabilita´ e il rispetto reciproco tra le due anime del governo sono cruciali per evitare quel terremoto di cui há paventato la possibilita´: e uno dei modi in cui lo si puo´ evitare e´, effettivamente, quello di trovare armonia anche sui temi caldi, come quello relativo alla controversa querella com la Eu.

Conte ha ammesso che per impedire il sopraggiungere delle tanto temute procedure d’infrazione da parte dell’Unione europea occorre, appunto, armonia interna. Anche perche´, come appare chiaro e há ribadito lui “una procedura ci farebbe molto male”.

Non si sono strade diverse da quella del dialogo con Bruxelles: “La prossima manovra dovrà mantenere un equilibrio dei conti perché le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”.

Messaggio chiaro, dunque: no alla rottura con la Commissione europea. Dunque, non ci sara´ la sua firma sulla procedura d’nfrazione.

Aggiornamento ore 11,42