Convegno nazionale del Seac per rimettere al centro della legge il detenuto-di Ilaria Grimaldi

    Sono passati quasi 40 anni dall’approvazione della legge che ha riformato il sistema penitenziario italiano.Nelle giornate di oggi e domani 15 novembre, si terrà a Roma il convegno nazionale della Seac (Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario), per approfondire in una serie di incontri le tematiche sullo stato di salute delle carceri italiane e del reinserimento nelle società.

    Sovraffollamento-carceri-nel-mondo

    La politica penitenziaria del nostro Paese-si legge sul sito della Seac-si è progressivamente distanziata da quelle istanze di reinserimento sociale e umanizzazione della pena su cui pose le basi la legge del 1975. Non è un caso che la Corte europea dei diritti dell’uomo, assumendo che il sistema penitenziario del nostro Paese sia afflitto da un vizio sistematico, abbia emesso una sentenza pilota, che ingiunge allo Stato italiano di porre rimedio alle innumerevoli violazioni del diritto riscontrate nei suoi istituti di pena. La Corte suggerisce anche alcune strade maestre per conseguire questo fine: il minore ricorso alla custodia cautelare e le misure alternative  alla detenzione”. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull’incostituzionalità della legge Fini-Givanardi, molti detenuti sono tornati a casa. Sebbene si sia ancora lontani dai parametri di vivibilità, la situazione nelle carceri è migliorata. “ Il convegno – afferma il Seac – vuole offrire un’opportunità di riflessione sulle riforme necessarie: non solo quelle che permettano di uscire indenni dalla questione Cedu( Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo),  ma anche e soprattutto quelle che rimettano al centro della esecuzione penale la persona e la sua relazione con la società”. Riforme che abbiano il coraggio di spingersi verso l’obiettivo alto di una giustizia che tenda alla riconciliazione e che cerchi anche nelle prassi quotidiane gli strumenti per superare logiche puramente retributive”. L’obiettivo del Convegno  è dunque mettere in contatto il mondo del carcere e della scuola per confrontarsi e riflettere sul sottile confine fra trasgressione e illegalità, sui comportamenti a rischio, sulla violenza che si nasconde dentro ciascuno.