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Coronavirus, mascherine: i modelli migliori e le differenze tra FFP3, FFP2 e chirurgiche monouso

In questi giorni l’Italia sta iniziando a guardare ai dati, pur sempre allarmanti e drammatici, dei contagi e dei decessi per il coronavirus con un certo livello di maggior ottimismo.

Le curve, come ormai abbiamo imparato a chiamarle e a conoscerle, dimostrano che il picco è alle spalle, che i morti stanno diminuendo così come i ricoverati in terapia intensiva e che, soprattutto, gli italiani stanno rispondendo complessivamente bene agli ordini di isolamento.

Questo percorso di mutua tutela, ha permesso di avvicinarci e toccare con mano la cosiddetta Fase 2, con le prime attività che riaprono e una graduale fase di avvicinamento alla normalità.

Ma sarà, e resterà così a lungo, una normalità con mascherina e guanti. Sì, perchè, come ha detto l’Oms, dovremo continuare ad usare la mascherina ancora per molto tempo, e al di là delle ipotesi di quando potremo dirci ‘fuori’ dai rischi, si tratterà di una lunga convivenza.

Fino a quando? Non è dato saperlo con certezza. Quello che sappiamo, per ora, è quali sono i modelli di mascherina consigliati, necessari e obbligatori in alcuni casi e quelli che sono migliori. Ecco di quali si tratta.

Coronavirus, mascherine: dispositivi di protezione, FFP3, FFP2 e chirurgiche monouso caratteristiche e differenze

Una cosa è certa. Il Coronavirus ci obbligherà a indossarle ancora a lungo: le mascherine saranno le nostre compagne di vita, la nostra tutela, la nostra ‘coperta di Linus’. Quali usare, però? Ecco i diversi modelli e come usarli. Con una avvertenza. Non ricorrere al fai-da-te. Sarebbe non solo inutile: ma nocivo per sè e per gli altri.

Il coronavirus si combatte alla radice, prima ancora di un contagio che ci auguriamo non capiti, con l’uso delle mascherine: i principali dispositivi di protezione, hanno alcune caratteristiche principali.

Non sono tutte uguali sebbene, nel corso del picco della epidemia coronavirus, le mascherine siano bollate tutte come “dispositivi di protezione”. Di sicuro “se tutti le avessimo indossate fin dall’inizio, la diffusione del virus sarebbe stata inferiore», ha detto di recente Claudio Galbiati, presidente di Assosistema Safety, l’Associazione che riunisce i produttori di dispositivi di protezione contro il contagio.

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Se è vero che non bastano ad impedire di contrarre l’infezione, le mascherine “evitano a chi è positivo di contaminare altre persone e superfici”, dice Galbiati. Il problema è trovarle: le farmacie e le parafarmacie hanno tutte il cartello “Niente mascherine”, e nelle ferramenta sono attese forniture ma sempre avvolte dal mistero.

Coronavirus, mascherine chirurgiche: perchè sono le migliori, chi ‘deve’ usarle, cosa fanno contro il Covid-19

I più comuni dispositivi di protezione sono le mascherine chirurgiche che sono utilizzate dai medici in sala operatoria ma anche da chi, affetto da patologia, le indossa per proteggere gli altri.

La loro validità è tutta qui: trattenere le particelle (di saliva o di sudore) evitando che possano arrivare in contatto con altre persone. Per questo, le mascherine chirurgiche, non hanno la funzione di isolare il portatore da agenti patogeni esterni.

Le devono indossare coloro i quali sono risultati positivi al Covid-19 manifestando o meno i sintomi specie se vivono con altre persone. Dopo un paio di ore sono però soggette a divenire umide e non possono essere riutilizzate. Si trovano in farmacia.

aggiornamento ore 9.00

Coronavirus, mascherine: Ffp2 e Ffp3, come funzionano, dove trovarle, chi deve usarle

Sono ormai diventate notissime, e ricercatissime: le mascherine Ffp2 e Ffp3, quelle che filtrano l’aria inspirata e anche espirata, sono diventate un bene primario.

Le mascherine Ffp2 ed Ffp3 hanno una duplice utilità: proteggono chi le indossa dagli agenti esterni e le persone che entrano in contatto con i portatori di un virus.

Esse hanno la capacità di filtrare l’aria espirata ed inspirata. Ognuna con una specifica. Infatti secondo l’Oms:

  • le Ffp2 filtrano oltre il 92% delle particelle in sospensione.
  • Le Ffp3, arrivano a valori uguali o superiori al 98%.

Sempre l’Organizzazione mondiale della Sanità devono essere usate dal personale medico-sanitario. Per essere utili, devono aderire bene al volto e si trovano nei rivenditori autorizzati. La loro durata va dalle 6 alle 8 ore.

C’è poi una specifica chiara e logica. Non hanno alcun valore le maschere fai-da-te. Chi le fa in casa rischia. Certo, in piena emergenza sia le mascherine chirurgiche che le Ffp2 ed Ffp3 sono introvabili.

Coronavirus: no alle mascherine fai-da-te con carta forno, tessuto. Le  Anti-inquinamento per polveri sottili

E molti hanno scelto dei rimedi casalinghi che possono sicuramente isolare naso e bocca ma non proteggere, alla stregua dei dispositivi ufficiali, i portatori di un virus e le persone sane.

Tra le mascherine fatte in casa più utili, quelle realizzate con la carta-forno che trattiene le particelle di chi le indossa. Meno consigliate quelle in tessuto, a meno che non vengano cucite contenendo all’interno una friselina, un tessuto di polietilene espanso con una struttura spugnosa costituita da microcellule.

Le mascherine anti-inquinamento sono le più vicine a quelle del personale medico-infermieristico (Ffp2 ed Ffp3) in quanto presentano le caratteristiche per filtrare l’aria inspirata ed espirata, dal momento che servono a proteggete dalle polveri sottili come il Pm10 o il Pm2.5.

Ad oggi pare si spendano tra i 15 e i 30 euro per una confezione che conta una dozzina di mascherine. La loro validità ha una “scadenza”. Benché “strutturate” rispetto alle Ffp2 ed Ffp3 usate dai medici non possono essere utilizzate per troppo tempo a meno che non abbiano delle valvole e dei filtri da poter sostituire.

aggiornamento ore 12.00