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Coronavirus, Patronati e Caf chiusi: quando riaprono, servizi da remoto, regole e domande sostegno al reddito

Una delle principali domande che ci pone, in tutta Italia in questi giorni di emergenza Coronavirus é: i patronati sono aperti?

La necessitá di rispondere a questo quesito nasce come corollario dei tanti interrogativi che sono finit tra i grattacapi di tantissimi italiani in questi giorni di crisi sia sanitaria che economica nazionale, dal momento che sono davvero tanti cittadini che, per esempio, devono fare domanda all’INPS per le misure straordinarie previste dal decreto Cura Italia.

Inoltre, piú in generale sono moltissimi i cittadini italiani che giá normalmente si riferiscono ai patronati per la cura delle proprie incombenze fiscali, per pratiche e regolamentazioni, e insomma per tutto quello che fa riferimento a modulistiche e tempistiche di pratiche che possono riguardare sia il privato cittadino che le aziende.

Ecco perché tanti si sono chiesti: in ambito Coronavirus, i patronati sono aperti?

Coronavirus, regole per Patronati e Caf: operativita´da remoto e disposizioni

Domanda per il congedo parentale, richiesta di bonus, informazioni su scadenze, pratiche attive, o anche per il bonus baby sitter da 600 euro e tutte le altre richieste per varie prestazioni presso l’INPS. Quanto vi e´ da sapere?

Andiamo con ordine. Per le pratiche da inviare all’INPS di norma ci si può rivolgere, se non si riesca in autonomia mediante il servizio online da cui si accede con le credenziali personali, anche ai patronati.

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I patronati svolgono dunque servizio in un ufficio dove si recano gli utenti per avere un aiuto per le prestazioni a sostegno del reddito come quelle previste in questo contesto storico per sostenere famiglie, lavoratori e imprese in difficoltà nella crisi coronavirus.

I patronati non dovrebbero di norma essere aperti in questa fase. Ma cosa dice il decreto Cura Italia in merito?

A dirla tutta, i patronati sono aperti? In parte sì in parte no, e non é un modo per aggirare la risposta ma quanto emerge dal decreto Cura Italia che nonostante preveda delle deroghe alla normativa vigente per i patronati lascia comunque la possibilità di gestione autonoma.

Il decreto Cura Italia dedica a questi l’articolo 36 recante «disposizioni in materia di patronati». In specifoco nell’articolo si legge chiaramente che i patronati possono, in deroga alla normativa vigente e per il perdurare dell’emergenza da COVID-19, esercitare:

“il mandato di patrocinio in via telematica, fermo restando che la immediata regolarizzazione del citato mandato ai sensi della normativa vigente deve intervenire una volta cessata l’attuale situazione emergenziale prima della formalizzazione della relativa pratica all’istituto previdenziale.”

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Pertanto secondo il primo comma dell’articolo i patronati possono fare servizio in via telematica. I commi successivi dell’articolo indicano che devono ridurre l’orario di lavoro nel caso in cui non possano svolgere l’attività da remoto. Si legge di conseguenza nel secondo comma dell’articolo che i patronati possono:

“approntare una riduzione degli orari di apertura al pubblico e, tenuto conto della necessità attuale di ridurre il numero di personale presente negli uffici e di diminuire l’afflusso dell’utenza, il servizio all’utenza può essere modulato, assicurando l’apertura delle sedi solo nei casi in cui non sia possibile operare mediante l’organizzazione dell’attività con modalità a distanza.”

I patronati di conseguenza devono restare chiusi facendo attività a distanza, ma se questo non fosse possibile in nessun caso possono essere aperti, ma sempre con una riduzione della apertura al pubblico e di personale e rispettando ovviamente le norme di distanza di sicurezza e igieniche durante l’emergenza di coronavirus.

Patronati, CAF e CPI chiusi per coronavirus

Non solo i patronati sono chiusi, ma anche CAF e Centri per l’Impiego con l’emergenza coronavirus.

In particolare i CPI, stando alle disposizioni dalle regioni, danno la possibilitá ai dipendenti di lavorare da remoto.

Dai patronati, ai CPI ai CAF, per avere le prestazioni e i servizi in sede occorrerà aspettare nuove disposizioni e soprattutto che l’epidemia di coronavirus passi.

aggiornamento ore 8,30