Cottarelli: impossibile l’1% di crescita nel 2019

    Dopo le dure indicazioni dell’Istat con recessione tecnica e Pil a picco, -0,2%, Cottarelli stende analisi piuttosto fosche in merito alla possibilità o meno di raggiungere l’1% di crescita nel 2019. Anzi, per lui questa crescita è sostanzialmente impossibile.
    Nonostante le parole di tranquillità che in tema crescita hanno acuto i leader del governo Conte, Di Maio e Salvini, arriva dalla sponda politica ed economica opposta un quadro piuttosto fosco. Altro che crescita: è recessione in quanto tale ad esempio per l’ex commissario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli: secondo il quale i nuovi numeri rendono in buona sostanza impossibile il raggiungimento degli obiettivi di crescita prefissati dal governo.
    Secondo l’economista nel 2019 “l’1%(ipotizzato dal governo) non si può raggiungere. Si può arrivare al massimo a +0,4% nell’anno”, nel caso si riesca ad uscire subito dalla recessione tecnica con “un +0,1% nel primo trimestre, un quarto di punto nel secondo (+0,25%)” una accelerazione nella seconda parte dell’anno a “+0,4% a trimestre”. Secondo Cottarelli poi “se andassimo in crisi adesso io temo
    Dal Pd, del resto poi sono durissimi. Martina ad esempio tuona: “Di Maio è il ministro della recessione”. Il candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina vede in Di Maio il principale neo di questa recessione: “Di Maio è il Ministro della recessione. Senza vergogna parlava di boom economico. Ora fugge dalle sue responsabilità. Se avesse davvero a cuore l’Italia cambierebbe strada”, ha detto su Twitter. “Naturalmente Di Maio dà la colpa ai governi Pd, ai governi di prima, a me: è la tragedia disperata di un uomo ridicolo”, ha ironizzato invece con un video su Facebook invece Matteo Renzi. Dure reazioni anche dal mondo della imprenditoria.
    “Siamo in mano a due ragazzotti e quello che fanno è disastroso”, ha ammesso all’Adnkronos Fabio Franceschi, patron di Grafica Veneta. “Tolgono le risorse alle imprese dimenticando che sono le imprese che creano occupazione e ricchezza e non il reddito di cittadinanza e le pensioni regalate”.

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