Covid, 90 farmaci per combattere il coronavirus: 13 sono in pole

Non solo vaccini per evitare di ammalarsi di Covid-19. Gli scienziati sono a caccia anche di farmaci in grado di curarla, e in quello che viene definito come il più completo studio mai condotto sul fronte del ‘riposizionamento’ farmacologico – ovvero l’identificazione di composti che sono già utilizzati o allo studio contro altre malattie, ma potrebbero tornare utili a contrastare il coronavirus – ricercatori dello Scripps Research Institute americano hanno individuato “90 farmaci esistenti o candidati farmaci” con azione antivirale contro il coronavirus pandemico. 

Di questi, spiegano su ‘Nature Communications’, “13 hanno il potenziale per essere riproposti come terapie anti-Covid”. Fra questi ultimi, “4 sono medicinali già approvati” per altre indicazioni (alofantrina, nelfinavir, simeprevir e manidipina) e “9 sono composti in altre fasi di sviluppo, con forte potenziale per essere riproposti come farmaci orali” contro Covid-19. Sul totale dei 90 identificati come capaci di impedire a Sars-CoV-2 di replicarsi nelle cellule umane, “19 possono agire di concerto con il remdesivir”, antivirale già autorizzato per Covid, “o potenziandone l’azione”. 

Il lavoro – i cui risultati sono disponibili online su reframedb.org – è frutto di una collaborazione fra Calibr, divisione dello Scripps Research Institute dedicata alla scoperta di farmaci, e un team del Dipartimento di immunologia e microbiologia dello stesso Istituto. Gli autori hanno testato su due tipi di cellule umane infettate dal coronavirus pandemico le oltre 12mila molecole della ‘libreria’ ReFrame, che contiene prodotti già approvati dall’Agenzia regolatoria Usa Fda e altri composti sperimentali testati per la sicurezza d’uso nell’uomo. Un ‘maxi archivio’ creato nel 2018 da Calibr con il supporto della Bill & Melinda Gates Foundation, con l’obiettivo di ‘schedare’ possibili terapie contro malattie tropicali neglette o altre patologie senza cura. 

“Anche se disponiamo di vaccini efficaci contro Covid-19, ci mancano ancora farmaci antivirali altamente efficaci che possano prevenire l’infezione o impedirne il peggioramento”, afferma Peter Schultz, presidente e Ceo dello Scripps Research Istitute. “I nostri risultati – sottolinea – aumentano le strade percorribili per riutilizzare farmaci orali esistenti con efficacia contro Sars-CoV-2”. Ma non solo: “Stiamo anche sfruttando i dati ottenuti per sviluppare antivirali ottimizzati potenzialmente più efficaci” verso il coronavirus pandemico, “comprese sue varianti e ceppi resistenti ai farmaci, nonché contro altri coronavirus già circolanti o che potrebbero emergere in futuro”. 

“Alcune delle strategie antivirali che si sono dimostrate più valide sono ‘cocktail’ di diversi farmaci come quelli usati contro le infezioni da Hiv”, precisa Thomas Rogers, corresponding author dello studio. “Il potenziale vantaggio di una combinazione di medicinali è che l’assunzione di una dose più bassa di qualsiasi farmaco può ridurre il rischio di effetti collaterali di quel singolo composto”, evidenzia Malina Bakowski, autrice principale. 

In base a quanto osservato nelle colture cellulari, i gli scienziati hanno testato i candidati più performanti su cellule di tessuti umani e su modello animale. “I risultati dei test cellulari e nei modelli animali sono molto promettenti”, commenta Schultz. “La necessità di trattamenti medici per affrontare Covid-19 resta”, ribadisce. Ma “è fondamentale procedere con il massimo rigore per determinare ciò che è sicuro ed efficace. E’ questo – avverte – il percorso più opportuno per trovare nuove terapie che faranno la differenza per i pazienti”.