Home ATTUALITÀ Covid, biologo cha ha battezzato ‘Kraken’: “Preoccupa ma non è l’unica”

    Covid, biologo cha ha battezzato ‘Kraken’: “Preoccupa ma non è l’unica”

    (Adnkronos) – “Non sappiamo se Xbb.1.5, ‘Kraken’, è più o meno pericolosa rispetto alle altre varianti Omicron, se decollerà negli Usa. Ma ha proprietà a cui vale la pena prestare attenzione. Dovremmo essere consapevoli di questo e del suo potenziale di causare infezioni Covid, e dovremmo sorvegliare l’evoluzione delle varianti. Penso, dunque, che sia positiva una discussione intorno alle varianti che vengono sequenziate e anche il lavoro di ribattezzarle con nomi diversi da quelli ufficiali spero sia una opportunità per continuare a migliorare la nostra comunicazione su questo argomento”. Lo afferma all’Adnkronos Salute T. Ryan Gregory. professore del Department of Integrative Biology dell’University of Guelph (Ontario), uno degli scienziati più attivi sul fronte delle varianti e il ‘padre’ del soprannome ‘Kraken’ della sottovariante Omicron Xbb.1.5, dal mitologico mostro marino con lunghi tentacoli.  

    Gregoy avverte sui potenziali rischi di nuove varianti. “Attenzione non c’è solo Xbb.1.5 da guardare in questo momento – rimarca – Ci sono ancora Bq.1 (Typhon) e Bq.1.1 (Cerberus) in Nord America, Ch.1.1 (Orthrus) nel Regno Unito e in Nuova Zelanda, e in Cina ci sono evoluzioni di Ba.5.2 (Tritone) e Bf.7 (Minotauro)”. Proprio di fronte a questo scenario Covid così in continua evoluzione, “dovremmo prendere provvedimenti per ridurre il numero di nuove varianti che continuano a evolversi riducendo la trasmissione – suggerisce – Quindi: mascherine Ffp2 indossate correttamente, ventilazione meccanica e filtrazione dell’aria nei luoghi chiusi, evitare grandi assembramenti dove possibile, testare e isolare se positivi al Covid”.  

    “La situazione del Covid in Cina è straziante. È probabile che il costo umano sarà enorme. Poi, in termini di evoluzione delle varianti, penso che in quel Paese ci siano sicuramente diverse centinaia di milioni di nuove infezioni frutto delle mutazioni del virus. Tuttavia – spiega Gregoy – , lì la direzione dell’evoluzione sarà diversa perché la ‘fuga immunitaria’ non sarà la caratteristica principale delle mutazioni: una variante che si evolve in Cina potrebbe non competere bene altrove, anche se c’è sempre la possibilità di una ricombinazione con una altra variante che si è evoluta con una fuga immunitaria significativa”.