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Covid: “Chiediamo tutele per tutti i colleghi ammalati senza copertura Inail”. Medici di base e pediatri in stato d’agitazione

Purtroppo è spiacevole a dirsi ma, come capita in tutte le professioni, anche in ambito sanitario – malgrado i ‘giuramenti’ – c’è chi si concede senza risparmio, e chi si risparmia a concedersi. Ora poi, con l’avvento di questa incontrollabile recrudescenza di nuovi contagi, specialmente in relazione ai ‘doveri’ dei medici di base, nelle grandi città sempre più pazienti si trovano da soli a dover misurarsi con situazioni spesso caotiche. La maggior parte, tra quelli più onesti, si dannano l’anima, lasciando il proprio smartphone acceso sul comodino anche la notte, Altri invece, ‘evitano’ accuratamente il coinvolgimento, demandando alle Asl o direttamente alle strutture ospedaliere. 

Tuttavia, come dicevamo, sono però ancora tanti, grazie a Dio, i medici e pediatri sempre disponibili per i loro pazienti.

C’è però da considerare anche il rovescio della medaglia, e bisogna riconoscere che nella stragrande maggioranze dei casi, i ‘nostri’ medici si trovano a dover fronteggiare situazioni emergenziali, senza essere stati dotati prima di armi efficaci per contrastarle.

Sindacati di medici e pediatri: “Oltre 200 i colleghi morti sul lavoro dall’inizio della pandemia”

“Siamo davanti ad una tragedia che sta investendo i cittadini e il mondo delle professioni mediche. Sono oltre 200 i colleghi morti sul lavoro dall’inizio della pandemia”, rivendicano giustamente diverse organizzazioni sindacali di categoria, come Federazione Cipe Sispe Sinspe, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Lapel, Simet, Smi, Snami, le quali rimarcano come, in questa seconda fase “stiamo assistendo non solo al collasso degli ospedali e dei pronto soccorso, ma anche al collasso del territorio“.

Una denuncia legittima e circostanziata, circa “le condizioni di malessere della categoria”,  a seguito delle quali oggi hanno annunciato lo stato di agitazione.

Sindacati di medici e pediatri: “Oltre all’attività ordinari, anche i malati di Covid in carico”

Attraverso una nota congiunta infatti, le sigle sindacali rivendicano che ”I medici di medicina generale stanno continuando a svolgere, in piena pandemia, la loro l’attività ordinaria, tra mille difficoltà, considerando la contrazione dei servizi specialistici, ormai tutti shiftati verso la cura di Covid, nei confronti dell’utenza. Oltre all’attività ordinaria che consiste nel curare pazienti neoplastici, diabetici, oncologici, in più si occupano della presa in carico dei malati Covid che devono essere monitorati a domicilio (se ne ricovera mediamente 1 su 35) con tutte le prescrizioni relative alle disposizioni di quarantena e fine quarantena. Un carico di lavoro che sta aumento in maniera esponenziale e che non è più sostenibile”.

Sindacati di medici e pediatri: “Turni di lavoro massacranti, a causa di colleghi malati di Covid”

Ed ancora, prosegue la nota, “I medici sono sottoposti a turni di lavoro massacranti anche a causa di colleghi malati di Covid. Sono, infatti, più di 20mila i sanitari infettati, tra cui i medici di medicina generale, lasciati spesso senza protezioni e Dpi, con gli ambulatori scoperti per i quali a volte non si riesce a trovare sostituti; chi rimane deve svolgere il lavoro anche per altri”.

Sindacati di medici e pediatri: “Tutela per i colleghi ammalati senza copertura Inail”

Come tengono a ricordare i rappresentanti sindacali della medicina generale e della pediatria di libera scelta, “Finora, davanti a queste condizioni drammatiche non abbiamo visto alcun investimento strutturale per potenziare la rete territoriale della medicina generale, con l’assunzione delle Usca, con il potenziamento degli organici degli uffici di igiene e sanità pubblica, con la previsione di nuove assunzioni dei medici di medicina generale convenzionati, di guardie mediche, di medici del 118 e medici penitenziari e dei pediatri di libera scelta. Chiediamo tutele per tutti i colleghi ammalati senza copertura Inail”.

Di qui l’iniziativa di prodursi in uno stato di agitazione, “per segnalare all’intera opinione pubblica i rischi del tracollo della medicina territoriale e conseguentemente le serie ripercussioni sulla popolazione”.

Max