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Covid: “Ci vorrebbe un mese di lockdown, il vaccino da solo non basta” avverte Ricciardi

“Dobbiamo essere molto chiari: questa è una battaglia lunga, in questo momento ci vorrebbero misure più forti per tre o 4 settimane”. Ne è convinto il consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi, come ha affermato stamane davanti ai microfoni di Rai Radio 1.

L’esperto è infatti fermamente convinto che sarebbe opportuno valutare almeno un mese di stop generale, dando possibilità di movimento soltanto “per le attività essenziali: fare la spesa, per esigenze sanitarie, per emergenze, per lavoro. Questo bloccherebbe la circolazione del virus“. Diversamente, secondo  Ricciardi, “non riusciremo a invertire la curva epidemica“.

Ricciardi: “Sono necessarie misure energiche subito, anche per vaccinare tranquilli”

In altre parole, sostiene il consigliere del ministro Speranza, per quanto ne avremo ancora con questo maledetto virus, “dipende da noi. Serve riportare questa epidemia a numeri controllabili, a 50 casi per 100mila persone. Oggi abbiamo numeri 5 volte superiori. Per questo sono necessarie misure energiche subito, che consentano anche di avviare la campagna vaccinale in tranquillità”.

Ricciardi: “Il vaccino da solo non basta, dobbiamo metterci del nostro”

Del resto, aggiunge, l’aver dilazionato le misure, come provato  “non paga né in termini numerici né psicologici. Dobbiamo dire la verità: è una guerra lunga, la vinceremo però sostanzialmente dobbiamo fare ciò che è necessario. Se facciamo le cose per bene, nel 2021 potremmo arrivare a una situazione di paranormalità, vivendo con cautela, ma faremo tutto”. Dunque c’è poco da fare, da solo il vaccino non basta: “ci vuole una drastica riduzione dei contagi”. E tiene a ribadire che “non fa piacere avere ragione a posteriori, come è successo anche ad altri colleghi. C’è un po’ di frustrazione. Ma è utile continuare a dire la verità“.

Ricciardi: “La variante inglese preoccupa ma al momento costa incidendo”

Riguardo poi la questione delle varianti, ”Noi siamo molto preoccupati per quella inglese, che in Italia è arrivata, ma non sappiamo quanto stia circolando. Per capirlo bisognerebbe sequenziare. Non credo che sia diffusa tanto, perché altrimenti ce ne accorgeremmo: la curva epidemica diventa rapidissima perché si diffonde del 70% in più“. Ad ogni modo, avverte, “Nel momento in cui dovesse diffondersi con provenienza non solo inglese, ma anche da altri Paesi, dovremmo star attenti”.

Max