Home ATTUALITÀ Covid, Fauci: “Sui social tsunami di disinformazione, difficile batterlo”

    Covid, Fauci: “Sui social tsunami di disinformazione, difficile batterlo”

    (Adnkronos) – La disinformazione e l’esitazione sui vaccini non è qualcosa di nuovo per il mondo della scienza, ma ai tempi della pandemia di Covid “penso che ci sia qualcosa che è davvero fondamentalmente diverso” rispetto per esempio al “negazionismo che c’è stato sull’Hiv” decenni fa. “La differenza ora è l’impatto assolutamente enorme dei social media come veicolo di disinformazione. L’era dello tsunami dei social media è, per me, qualcosa che non avevo mai vissuto prima a questo livello. E questo fa la differenza. Ora il sistema è stato inondato di disinformazione. Quindi non so come contrastarlo”. E’ la riflessione di Anthony Fauci, il super scienziato Usa che questo dicembre chiuderà la sua esperienza di capo consigliere medico del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), centro dei National Institutes of Health (Nih). Le sue parole sono riportate nella trascrizione di un’intervista concessa a Holden Thorp, caporedattore del gruppo di riviste ‘Science’. 

    “Mi sembra che le persone che stanno deliberatamente spingendo questa disinformazione ci mettano molta energia e impegno, quasi come non avessero un lavoro quotidiano, mentre le persone che la contrastano con informazioni corrette hanno tante altre cose importanti da fare. Non possono passare il loro tempo a replicare ogni volta che qualcuno twitta qualcosa o scrive qualcosa che è completamente errato e fondato sulla disinformazione”, osserva Fauci che ripensa ai tempi della lotta all’Hiv: “Quando Peter Duesberg”, scienziato che salì alla ribalta delle cronache per una controversa teoria sull’origine dell’Aids, “e quei ragazzi stavano giocando al gioco del negazionismo, non si stava diffondendo tra i nostri giovani ogni volta che usavano TikTok o andavano su Facebook. Io dico sempre: il modo migliore per contrastare la disinformazione è inondare il sistema di informazioni corrette. Ed è ancora vero, ma stiamo combattendo contro una grande ondata di disinformazione”. 

    Fauci dice di non aver idea di cosa si possa davvero fare. “Dobbiamo pensare a qualcosa di creativo – evidenzia – perché qui stiamo davvero combattendo una battaglia persa. E’ sorprendente per me quante persone siano i 100 milioni che si sintonizzano” su programmi che diffondono disinformazione. “Voglio dire, stiamo perdendo la guerra qui”, incalza. Fauci ricorda anche di episodi in cui si è trovato a dover replicare anche a esponenti della comunità scientifica che però stavano esprimendo pensieri in settori non di loro competenza, scienziati sì, ma “che non sapevano nulla di virologia o epidemiologia”. Per l’esperto, “senza voler silenziare nessuno, devi replicare quando qualcuno fa una dichiarazione, o una raccomandazione che chiaramente, data la scienza basata sull’evidenza, non è vera. E’ un po’ come se tu o io decidessimo all’improvviso di parlare della strategia con cui viene condotta la guerra in un certo Paese, non avendo alcuna esperienza militare”. 

    Un altro problema per Fauci è insito nel non comprendere appieno come funziona la scienza. “La bellezza di ciò che è la nostra professione è proprio il processo iterativo di autocorrezione della scienza – spiega – Se vuoi che qualcosa sia accettato nella nostra comunità, segui il processo di sperimentazione, analisi dei dati, presentazione dei dati, revisione tra pari e giudizio dei tuoi pari. Il mondo non scientifico forse, e probabilmente comprensibilmente, pensa che la scienza sia assolutamente immutabile. Ma se dici qualcosa oggi, e le prove cambiano un mese, un anno dopo, se segui davvero la scienza farai evolvere il tuo pensiero. E con l’evoluzione del tuo modo di pensare, cambierai cose come consigli o linee guida”. Per chi non comprende la reale natura della scienza, “tu stai capovolgendo le cose e mini l’intero processo. Quindi ciò che possiamo fare meglio è spiegare alle persone che diciamo loro qualcosa sulla base delle evidenze che abbiamo in quel momento, che abbiamo a che fare con una situazione in evoluzione. E in qualsiasi momento, non conosciamo tutte le risposte”. 

    “C’è una certa mancanza di apprezzamento da parte del pubblico del fatto che questa è la natura della scienza – prosegue Fauci – Ci sono due cose che devono andare avanti. Noi della comunità scientifica dobbiamo articolare l’incertezza associata a qualcosa che è un fatto reale ora, e spiegare che lasciamo sempre la porta aperta, non per cambiare idea empiricamente, ma per cambiare idea sulla base di nuovi dati. Allo stesso tempo, dobbiamo fare un lavoro migliore come nazione nell’educare le persone per una migliore alfabetizzazione scientifica. L’analfabetismo scientifico è alquanto inquietante. Dobbiamo rendere le persone più in sintonia con la comprensione di cosa sia la scienza”. 

    Come scienziato, assicura l’esperto, “hai un doppio obbligo di dire la verità e non essere evasivo, perché è antitetico ai principi scientifici ed è quello che ho cercato di fare. Quindi, quando le persone mi fanno una domanda, non vedo alcun motivo per non rispondere e penso che dobbiamo fare in modo che le persone al governo, in particolare gli scienziati al governo, si sentano a proprio agio al riguardo. Quando parlo con i miei colleghi scientifici nel governo e hanno paura di dire qualcosa, io dico loro dietro le quinte: ‘Ma qual è il problema? Non perderai il lavoro per aver detto la verità. Potresti rendere alcune persone un po’ preoccupate, ma allora? Non importa. Sii aperto e trasparente’. E ho sempre trovato che questo mi è servito molto, ha funzionato molto bene”.