Covid Italia, Federfranchising: in terziario e turismo 250mila imprese in bilico

Secondo le nostre proiezioni, nel terziario e nel turismo sono in bilico 250mila imprese, per le quali il rischio chiusura è concreto. A dirlo, ad Adnkronos/Labitalia, è Federfranchising Confesercenti, secondo cui, tra restrizioni e stop totale del turismo e della ristorazione e abbigliamento, nei primi cinque mesi del 2021 sono andati persi tra i 20 ed i 25 miliardi di euro di consumi.  

Un crollo, spiega l’associazione che “ha colpito, in particolare, le imprese ed i lavoratori autonomi del terziario e del turismo, già stremate e private di risorse dalla lunga crisi innescata dalla pandemia lo scorso marzo”. “Noi rappresentiamo 9 mila punti vendita con 4 miliardi di fatturato, 110 brand come franchisor più 12 mila franchisee. Il 12% dei nostri associati è in grande sofferenza”, sottolinea ad Adnkronos/Labitalia Alessandro Ravecca, presidente di Federfranchising Confesercenti.
 

“In questo momento -racconta Ravecca- ci sono molte saracinesche chiuse e non sappiamo quando e se potranno ripartire. Bisogna riequilibrare il mercato che in questo momento é stato sbilanciato per via della pandemia, poiché la maggior parte del commercio si è spostato online e c’è la necessità di riequilibrare il commercio fisico, le città hanno bisogno di far ripartire l’economia pulsante”, spiega. 

E per Ravecca le imprese italiane sono alle prese con un grave problema di liquidità. “La perdita di liquidità generata da Covid -sottolinea- per tutte le imprese fino a 50 milioni di euro di fatturato è stata di 103.2 miliardi. Escludendo le garanzie pubbliche sul credito, i sostegni pubblici arrivati fino ad ora, dal Cura Italia in poi, sotto forma di moratoria sui prestiti, ristori veri e propri, sospensione ed esenzione delle imposte, ammontano ad 88,7 miliardi di euro. Rimangono dunque ancora 14,7 miliardi di euro di perdita da colmare per il solo 2020”.  

Per Federfranchising “un’altra problematica importante da mettere in evidenza è l’indebitamento, poiché non ci sono stati da parte del governo sostegni a fondo perduto. Le aziende sono state costrette a indebitarsi per cercare di sopravvivere e l’indebitamento è affiancato ad una ripartenza lenta, senza liquidità. E quindi bisogna fare in modo che la liquidità date alle aziende per il breve periodo diventi un finanziamento a lungo periodo”.  

E secondo Ravecca “in più c’è la problematica più rilevante, perchè nonostante lo Stato abbia messo a disposizione il Medio credito centrale e garanzie statali gran parte dei finanziamenti non è ancora stata erogata alla maggior parte degli imprenditori. I settori più colpiti sono quella ristorazione,del turismo, dell’abbigliamento e fitness”. E per questo motivo Federfranchising Confesercenti chiede al governo “per due anni di non tenere conto dei rating bancari attuali, poiché non combaciano con la realtà effettiva, ma bensì quelli pre-covid. E servono piani industriali per la ripartenza”, spiega. Quindi per Ravecca “sarà dunque a nostro avviso necessario prolungare, anche in altre forme, i sostegni al tessuto imprenditoriale anche a ripartenza avviata”. 

“Per i centri commerciali la situazione è in miglioramento, i consumatori hanno inteso che i centri commerciali sono un lungo sicuro, rimangono penalizzate alcune attività nel campo della ristorazione”, spiega. “Sulle prospettive per l’estate, noi siamo ottimisti anche per la ripartenza del turismo straniero”, conclude.