Home ATTUALITÀ Covid Italia, Sileri: “Stop a certificati e richieste tamponi con 50% vaccinati”

    Covid Italia, Sileri: “Stop a certificati e richieste tamponi con 50% vaccinati”

    “Quando dire stop a certificati e richieste di tamponi? Quando avremo raggiunto il 50% degli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale, in attesa di raggiungere l’80%”. Lo dice il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ai microfoni di ‘In vivavoce’ su Rai Radio1. 

    “In itinere se tu incontri tutte persone vaccinate, con prima e seconda dose, non vedo perché debba essere chiesto un tampone o perché – aggiunge Sileri – debba essere tenuta ancora la mascherina. Giusto tenere la mascherina al chiuso, negli ambienti di lavoro, sui mezzi pubblici perché non puoi sapere se chi incontri è vaccinato. Ma tra persone che si conoscono e sono tutte vaccinate no, non vedo perché – sottolinea – io non potrei invitare a casa 15 vaccinati tutti insieme”.  

    Quanto ai test, “riserviamo i tamponi a coloro che non sono vaccinati, che non hanno completato la vaccinazione o che hanno sintomi – dice Sileri – altrimenti rischiamo una ridondanza di certificazioni. Faccio un esempio per tutti: io sono vaccinato e se prendo un aereo con un positivo devo fare la quarantena. Perché se sono vaccinato devo farmi la quarantena?”. 

    Sileri dice che “alla fine dell’estate avremo l’80% dei vaccinabili immunizzati”. “Ora in Italia le persone attualmente vaccinabili sono circa 54 milioni, ottenere l’80% delle persone vaccinabili nella popolazione adulta – sottolinea – più la fascia tra i 12 e i 18 anni, significa aver raggiunto la protezione di comunità. La raggiungeremo. E’ chiaro – aggiunge il sottosegretario – che purtroppo ci sarà qualcuno che non vuole vaccinarsi e dovremo aiutarlo convincendolo, senza alcun obbligo, della bontà dei vaccini. Ma sono abbastanza sicuro che per fine luglio avremo questa percentuale che ha ricevuto almeno la prima dose e per settembre, massimo ottobre si completerà il ciclo vaccinale”. 

    E’ “bellissimo vedere i ragazzi giovani che vogliono vaccinarsi in fila come fuori da uno stadio o prima di un concerto. Speriamo che questa adesione continui anche nelle prossime settimane”. Oltre alle 4 regioni in cui le prenotazioni sono già attive “sono imminenti inserimenti anche di altre regioni e per la fine di giugno, massimo metà di luglio – assicura – tutte le regioni avranno l’apertura alla campagna vaccinale per questa fascia di età”.  

    Sileri ricorda quindi che a breve potrebbe arrivare per i più giovani anche il vaccino anti-Covid di Moderna, che ha chiesto all’Ema l’autorizzazione per la fascia tardo adolescenziale cioè tra i 12 e i 18 anni come già avvenuto tra i 12 e i 15 per Pfizer. “Questo significa – sottolinea il sottosegretario – avere un’arma in più per quasi 2 milioni di adolescenti”. Ricordiamo, aggiunge Sileri, “che l’efficacia del vaccino è molto vicina al 100% anche in questa fascia di età. E ci sono degli studi che evidenziano che anche gli adolescenti colpiti dal Covid siano andati in ospedale. E’ chiaro che è molto molto più raro, ma i ricoveri sono 3-4 volte superiori a quelli dell’influenza stagionale. Tra l’altro andare a vaccinare la popolazione più giovane significa limitare quel serbatoio virale che può anche generare mutazioni e quindi crearci problemi per il futuro”.  

    Quanto ai non vaccinati, “non credo che siano no-vax i non vaccinati nella fascia 60-69 anni. Credo che sia prevalentemente una diffidenza per i vaccini a loro consigliati che sono Johnson&Johnson e AstraZeneca” afferma Sileri. 

    “Sicuramente ce ne sarà qualcuno riluttante in genere per la vaccinazione – aggiunge – ma sono 2 milioni di persone. Probabilmente ha inciso anche un’incapacità iniziale di poterli raggiungere ovunque, ma ora con il vaccino in farmacia, praticamente sotto casa, sarà più facile”.