CREDITO COOPERATIVO – RENZI ANNUNCIA CHE ‘IL SISTEMA BANCHE ORA È PIÙ SOLIDO’. A GIORNI LA SOLUZIONE PER I RISPARMIATORI DELLE 4 BANCHE

“Il sistema bancario italiano è più solido”, così Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto per la riforma delle banche di credito cooperativo, e ad altri provvedimenti del sistema creditizio, non ultimo  il disegno di legge per la riforma del diritto fallimentare, ed il recepimento dell’accordo europeo sulle garanzie pubbliche alla cartolarizzazione dei crediti bancari in sofferenza. Una riunione fiume quella del Cdm, tre ore, che ha anche varato l’esenzione dell’imposte di registro per le aste giudiziarie mentre,  per gli obbligazionisti di Carichieti, Carife, Banca Etruria e Banca Marche non sono previsti invece misure relative agli indennizzi in quanto, ha spiegato il premier, la situazione sarà risolta a giorni attraverso un Dpcm ed il varo di  un decreto ministeriale dedicato. A talo proposito Renzi ha tenuto a ribadire che per l’indennizzo ai risparmiatori investiti dal crac delle quattro banche “non c’è nessuno slittamento e nessun rinvio. Non c’è bisogno di un decreto perché nella legge di stabilità si prevede già un percorso. Bisogna aspettare il dpcm e il decreto ministeriale che avverranno nei prossimi giorni. Riguardo alla riforma delle banche di credito cooperativo – ha aggiunto Renzi –  il testo ricalca, a parte qualche dettaglio la proposta di autoregolamentazione avanzata dalle stesse banche. La novità è che gli istituti potranno non aderire alla grande holding prevista dalla riforma anche se dovranno uscire dal sistema delle Bcc. Abbiamo ricevuto una proposta di autoregolamentazione dalle Banche di credito cooperativo e tra queste ci sono esempi di straordinaria buona gestione, gente valida di grande livello ed è un modello che non va buttato via, non buttiamo il bambino con l’acqua sporca, quindi è un modello che va difeso e protetto”. Dunque, ha proseguito il premier “le banche di credito cooperativo sono state da noi stimolate a preparare un piano, ce lo hanno presentato e, per larghissima parte, è stato accolto dal consiglio dei ministri. Il progetto che ci hanno presentato prevedeva di avere un gruppo che come minimo avesse un miliardo di patrimonio. Ora possiamo immaginare che da qui ai prossimi 18 mesi ci sarà un unico gruppo che costituirà un grande ombrello di salvataggio e di coesione per tutte le banche che decideranno di stare in questo gruppo e metterà in sicurezza, nei fatti, da eventuali tensioni, dei singoli istituti. Rimangono le banche di credito cooperativo in una grande famiglia molto più forte di quella che c’è ora – ha sottolineando concludendo il presidente del  Consiglio – rimangono con le loro strutture e poi se vorranno aggregarsi noi saremo ben felici perché sarebbero più forti e noi le incoraggiamo. Il modello della banca cooperativa rimane, tuttavia devono stare dentro un sistema che avrà maggiore forza, una grande struttura bancaria di grande importanza”.

M.