E’ ancora piena crisi in Venezuela mentre scade l’ultimatum per Maduro ed i principali paesi Ue si schierano con Guaidó. Manca L’Italia che è ancora in bilico sulla posizione da prendere.
La fine dei termini entro i quali Maduro era chiamato ad accettare la nuova era politica venezuelana e la strada verso le presidenziali ha sancito la svolta di una crisi che è tuttavia ben lontana dalla conclusione. I principali paesi Ue sono schierati contro Maduro (ma non l’Italia), che dunque riconoscono Guaidó Presidente Venezuela ad interim nell’attesa di un passaggio democratico dalle urne. Proprio l’Italia sta assumendo una delle posizioni più controverse sulla vicenda, tanto da far storcere la bocca perfino al presidente della Repubblica Mattarella che ha ammesso “Non può esserci incertezza o esitazione da parte dell’Italia”.
Guaidó intanto si è schierato: “Auspico che un paese fratello come l’Italia possa unirsi al più presto con il resto dell’Europa.
Tuttavia nelle ultime ore l’Italia ha ancora una volta detto no ad una dichiarazione congiunta con l’Unione Europea sulla crisi in Venezuela nel riconoscimento Ue di Juan Guaidó come presidente ad interim del paese. La nota, che doveva essere diramata nel pomeriggio dall’Alto rappresentante Federica Mogherini a nome dei 28 Stati membri, si concentrava nel confermare il “sostegno” dell’Ue all’Assemblea nazionale venezuelana e al suo presidente e menzionava il dato per il quale alcuni Stati membri avevano riconosciuto Guaidó sulla base delle loro “prerogative”. Dunque una apertura mista, che accettava anche posizioni differenti. Ma l’Italia è stato l’unico paese a opporsi alla dichiarazione pur non presentando controproposte. In totale sono 19 i Paesi europei, dalla Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania che si sono schierati in favore del presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana. Mentre l’Italia, anche nei giorni scorsi, pur confermando il suo no nei riguardi di Maduro ha diffuso da Palazzo Chigi una nota per la quale si comunica che “l’Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione”. E che Roma “parteciperà attivamente ai lavori del gruppo di Contatto internazionale”. Secondo il governo c’è l’urgenza di “intervenire subito per alleviare le sofferenze materiali della popolazione e per consentire l’immediato accesso agli aiuti umanitari”.