Home ATTUALITÀ BREAKING NEWS Cristo al Pride, “Rappresentazioni simboliche, non religiose,  strumentalizzate” spiegano dal Partito Gay

Cristo al Pride, “Rappresentazioni simboliche, non religiose,  strumentalizzate” spiegano dal Partito Gay

‘Concettualmente’ la presenza del Cristo nell’ambito del Pride aveva un senso: Dio è di tutti, e avendo dato origine all’uomo, al quale ha poi lasciato la possibilità di agire secondo il proprio libero arbitrio, non è che gay, lesbiche, trans, ecc. sono da considerarsi ‘cristiani di serie B’. Dunque Cristo veglia ad ama tutti, nessuno escluso.

Il problema, come sempre, è dato dall’immancabile polemica ‘politica’, in questo caso nei confronti del Vaticano (che si ostina a perseguire dogmi e dettami medievali, spesso ‘tutti suoi’) e, in secondo luogo, dal puntuale approccio ‘carnevalesco’ – ma perché? – della manifestazione che, pur di stupire e provocare, finisce ogni volta per cadere nel trash. Anche se tutto ciò, non deve essere letto come ‘uno stile di vita’, ma come forte protesta rispetto ad una condizione sociale, purtroppo ancora oggi vissuta dalla nostra società come ‘un morbo’. 

Cristo al Pride, le Famiglie Arcobaleno: “Se Gesù vivesse in questo periodo, avrebbe sfilato”

Il perché del ‘tono eccessivo’ di questa provocazione, lo spiega il presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, Marilena Grassadonia: “L’attivista Lgbt che si è vestito da Gesù Cristo in minigonna e tacchi a spillo ha voluto ribadire un messaggio contro l’ingerenza del Vaticano. Vorrei ricordare infatti che l’Italia è uno Stato laico e in certi argomenti non si dovrebbe intromettere nessuno. Inoltre il messaggio del Cristianesimo, di accoglienza e multiculturale, è basilare, se Gesù Cristo vivesse in questo periodo sono sicura che avrebbe sfilato al Pride e avrebbe manifestato. Sono d’accordissimo col messaggio che ha voluto dare l’attivista”.

Cristo al Pride, il Partito Gay: “Rappresentazioni simboliche, non religiose, che sono state strumentalizzate”

Dal canto suo Fabrizio Marrazzo, portavoce nazionale del Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale, rimarca che “Le situazioni tra il Pride di Roma e quello di Milano erano diverse: nel primo caso un ragazzo durante il corteo ha rappresentato la figura del Messia avvolto dalla bandiera rainbow per dire che ‘Gesù ama tutti’; nel secondo caso è stata portata a Milano una grossa croce con sopra le scritte di tutte le offese che gli omosessuali quotidianamente ricevono per intendere appunto la ‘croce’ che pesa sulle spalle delle persone Lgbt+. Due rappresentazioni puramente simboliche, non legate a questioni di carattere religioso che sono state invece strumentalizzate”.

Cristo al Pride, il Partito Gay: “E’ stata montata una polemica inutile, ecco perché…”

Nel caso della croce di Milano, aggiunge Marrazzo, “non è stata portata solo dalla persona con minigonna e tacchi a spillo immortalata nella foto finita nel mirino di chi ha gridato allo scandalo ma è passata tra le mani di un manifestante e l’altro proprio per significare le offese e le discriminazioni che vivono sulla propria pelle”. A volte, aggiunge, “ci vorrebbe solo una maggiore comprensione, ripeto, si tratta solo di rappresentazioni simboliche, è montata una polemica inutile“.

Max