Crollo del Ponte Morandi, i nomi dei venti indagati

    Arrivano i nomi dei venti indagati per il crollo del ponte Morandi a Genova. Prima fra tutte Autostrade per l’Italia, la concessionaria che gestiva il tratto di strada, fino ad arrivare agli 8 dirigenti di Autostrade: l’amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore del Primo Tronco di Genova Stefano Marigliani e i suoi subordinati Paolo Strazzullo e Riccardo Rigacci; si passa poi per Paolo Berti, direttore centrale Operation, Michele Donferri direttore delle Manutenzioni, Mario Bergamo (ex direttore delle manutenzioni di Autostrade, ricordato per essere stato il primo nel 2015 a ritenere necessario l’intervento sul Morandi) e infine Massimo Meliani (responsabile dei ponti e delle gallerie).

    A finire sotto accusa ci sono poi anche i vertici dell’Unità di vigilanza del Mit, la struttura creata nel 2012 che aveva il compito di controllare contratti, tariffe e progetti: tra questi figurano il direttore generale Vincenzo Cinelli, il suo predecessore Mauro Coletta e Bruno Santoro, capo Divisione tecnico-operativa della rete autostradale.

    Tra i venti indagati compare anche Antonio Brencich professore di ingegneria che circa dieci anni fa criticò il progetto Morandi sostenendo, in particolare, che gli stralli erano una soluzione superata e che comportava molti problemi di manutenzione. L’avviso è legato alla sua partecipazione al Comitato tecnico amministrativo del Provveditorato che dovette valutare il progetto di rinforzo degli stralli. Il Comitato, che valutò il progetto solo sulla base delle carte fornite da Autostrade senza la possibilità di accertamenti propri, diede parere positivo nonostante ci fossero prescrizioni e osservazioni critiche. Proprio Brencich, uscito in mattinata dalla caserma della finanza, è stato intervistato da una troupe del Tg1 e ha dichiarato: “Diedi un parere positivo perché non rilevammo urgenza o pericoli nelle carte che ci vennero consegnate.”.

    Indagato anche l’altro membro esterno del Comitato del Provveditorato, l’ingegner Mario Servetto. A questa mattina risale la consegna degli ultimi avvisi anche per gli ingegneri Emanuele De Angelis e Massimiliano Giacobbi di Spea, insieme a Fulvio Di Taddeo di Autostrade .

    Coinvolti nelle indagini e iscritti anche tre ingegneri del Provveditorato ed uno dell’Ufficio ispettivo, propaggini del ministero sul territorio: il provveditore Roberto Ferrazza, che per primo dopo il disastro si è presentato dal pm Terrile per rilasciare spontanee dichiarazioni, più i suoi collaboratori Salvatore Bonaccorso e Giuseppe Sisca; Carmine Testa, capo dell’Ufficio ispettivo. Ferrazza, Bonaccorso e Sisca erano mebri del Comitato tecnico che diede parere positivo al progetto di rinforzo senza rilevare una situaizone di emergenza.