Crollo scala mobile a Roma: nel 2015 Atac aveva richiesto manutenzione al Comune

    Capitale in fermento dopo la tragedia sfiorata la scorsa notte presso la linea A della metropolitana, dove un gruppo di tifosi russi è rimasto incastrato dopo il crollo delle scale mobili. Ventiquattro i feriti in tutto, di cui due in codice rosso (uno rischierebbe l’amputazione della gamba). L’inchiesta interna subito avviata dalla partecipata dei trasporti, stando ai primi riscontri, tenderebbe ad escludere che i tifosi russi in trasferta nella Capitale abbiano avuto un ruolo decisivo nell’incidente. Anche se si fossero messi a saltare, come hanno raccontato alcuni testimoni (altri invece hanno smentito questa ricostruzione), l’impianto avrebbe comunque dovuto reggere. Invece il sistema che fa mulinare le lastre di metallo, a quanto pare, non ha funzionato. Le scale, da quanto si vede nei filmati, hanno prima rallentato bruscamente per poi accelerare d’improvviso, schiacciando i passeggeri giù nel tappo che nel frattempo si era creato per via dei gradini affastellati e distrutti. C’è chi ipotizza che possa essersi staccato il gancio di uno scalino, ma solo l’inchiesta della Procura, che indaga per lesioni gravissime e valuta l’attentato alla sicurezza dei trasporti, aiuterà a ricostruire l’accaduto. «Sono gli inquirenti che stabiliranno le cause», ha detto ieri la sindaca Virginia Raggi, appena arrivata all’imbocco della stazione. Certo la manutenzione, in questi casi, gioca un ruolo decisivo. E proprio in riferimento a questo, ciò che ora desta maggiore polemica sarebbe un documento, pubblicato in mattinata dal Messaggero, risalente al 2015 e firmato proprio da Atac: la società di trasporto pubblico aveva scritto in quell’occasione al Campidoglio chiedendo per la prima volta di avviare la manutenzione straordinaria degli impianti e delle scale mobili della metropolitana della Capitale.
    Il documento attesta che Atac nel 2015 chiese al Campidoglio di finanziare diversi interventi di “manutenzione straordinaria degli impianti delle linee A e B”. Richiesta rinnovata nel 2016,dall’ex direttore generale della società, Marco Rettighieri, dimessosi poco dopo l’insediamento della giunta Raggi anche perché la nuova amministrazione, denunciò il manager, aveva congelato il finanziamento dei cantieri. In quello stesso anno fu inoltre redatta una relazione in cui si parlava di “debito manutentivo” accumulatosi nel corso degli anni, chiedendo al Comune di “intervenire con la massima urgenza”.
    In un’altra relazione interna di Atac, redatta nel 2016, si parlava del «debito manutentivo» che si è «accumulato» nel corso degli anni, con la richiesta al Comune di «intervenire con la massima urgenza», «dando la priorità alle revisioni dei componenti e delle apparecchiature connessi alla sicurezza». Ma da allora pochissimo è stato fatto. Perlopiù lavori ordinari e qualche intervento strutturale, solo sugli impianti più obsoleti, come a piazza di Spagna.
    I lavori di manutenzione straordinaria su tutte le scale mobili, che spettano al Campidoglio, partiranno l’anno prossimo, il 2019. Il programma di interventi è stato sbloccato dal presidente e ad dell’Atac, Paolo Simioni, arrivato al timone della società un anno fa, nel pieno della burrasca finanziaria, con la municipalizzata romana a un passo dalla bancarotta, schiacciata da un debito miliardario. La prima emergenza, logicamente, è stata quella: mettere l’azienda al riparo dal tracollo dei conti, operazione riuscita col via libera del Tribunale al concordato. Ora però tocca correre per recuperare quel «gap manutentivo» denunciato ormai tre anni fa. In giunta, a giorni, dovrebbe essere approvata una delibera con 18 milioni di euro di fondi per gli ascensori e le scale mobili.