Cucchi le accuse del pm Giovanni Musanò

    Giovanni Musanò svela come le carte dimostrerebbero un’azione volta a produrre “falsi e omissioni” atti a mentireperfino nei riguardi del ministro Alfano che, all’epoca, occupava il grado più alto a livello governativo sul fronte della Giustizia. Nel corso della sua spiegazione, il pm Musanò ha dichiarato lo stato delle cose secondo quello che risulterebbe dagli atti a cui fa riferimento. “Si è giocata una partita truccata sulle spalle di una famiglia e ora è in gioco la credibilità di un sistema. Pensiamo finalmente di essere riusciti a capire cosa accadde nel 2009 sulla vicenda Cucchi, abbiamo documenti di straordinaria importanza, che per la prima volta fanno luce su quanto avvenne”. Ha detto. Si tratterebbe, per Musanò di falsi in circostanze “inquietanti”.
    “Fra la fine dell’ottobre e l’inizio del novembre 2009 in atti ufficiali interni all’Arma dei carabinieri compaiono già le conclusioni cui sarebbero pervenuti i medici legali nominati dalla procura di Roma sei mesi dopo”, ha detto il pm illustrando il contenuto delle nuove carte.

    “Già in quegli atti si diceva che non c’era un nesso di causalità tra le botte e la morte di Cucchi, che una delle fratture era risalente nel tempo e che i responsabili del decesso erano solo i medici. Tutto ciò era stato scritto non solo quando i consulenti erano ben lontani dal concludere il loro lavoro ma quando la procura doveva ancora nominarli. Questo lascia sconcertati”, ha sottolineato Musarò ricordando come nelle informative dei carabinieri l’anemia messa a verbale da Cucchi diventa “anoressia” e si parla di un attacco di epilessia che il giovane geometra avrebbe avuto in caserma e che invece non c’è mai stato: “La circostanza è stata smontata in dibattimento”, ha concluso Musarò parlando di dati “inquietanti”.
    Angelino Alfano il 3 novembre 2009 in aula al Senato accusò gli uomini della polizia penitenziaria sul caso Cucchi ma per il pm ci sarebbe stato un “depistaggio” nei suoi riguardi a partire da una agenzia del 26 ottobre 2009 “in cui il parlamentare Luigi Manconi denunciava che i genitori del ragazzo lo avevano visto dopo l’arresto senza segni in viso mentre il giorno dopo era tumefatto”.
    “Da quel momento da parte dei Carabinieri partono una serie di annotazioni falsificate e Alfano riferendo in Senato, sulla base di atti falsi, dichiarò il falso in aula, lanciando accuse alla polizia penitenziaria, quando ancora in Procura non c’era nulla contro la penitenziaria. Fino a quel giorno il fascicolo era a carico di ignoti e solo dopo le parole di Alfano partirà l’indagine sui poliziotti”. Dunque “Il fascicolo dei pm Barba e Loy sulla morte di Cucchi era in quel momento contro ignoti – ha sottolineato Musanò – ma per un gioco del destino il 3 novembre del 2009, quando Alfano ha finito di rispondere all’interrogazione, nel pomeriggio compare davanti ai magistrati il detenuto gambiano Samura Yaya che riferisce di aver sentito nelle camere di sicurezza del tribunale una caduta di Cucchi. Dichiarazione – ha ancora detto il pm – che è stata ritenuta inattendibile con sentenza definitiva”.