CUPERLO A ORFINI: NON SEI UN PRESIDENTE DI GARANZIA

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    Gianni Cuperlo, leader della minoranza del Pd e già presidente del partito guidato da Matteo Renzi, commenta così le dichiarazioni di Orfini, attuale presidente del PD, a proposito dei ribelli che sono usciti dall’aula per non votare contro il Jobs act. A Orfini, che ha definito gli ammutinati “vittime di protagonismo a fini di posizionamento interno, ma alla fine si sono autoisolati… E poi quanti sono? Il 10% del gruppo, bel risultato…. E poi è tutta gente che ha ingoiato senza dar cenni di sofferenza il pareggio di bilancio…”, Cuperlo, con un post su facebook ha scritto: “Che peccato, caro Matteo. Sono stato anch’io per qualche settimana presidente della nostra assemblea. Poi ho lasciato quel posto per le ragioni che sai. Qualche mese dopo un capo della tua corrente è venuto a chiedermi di non ostacolare la tua candidatura allo stesso incarico. E ti ho votato, a metà di giugno mi pare. Ti ho votato come presidente del nostro partito. Che dovrebbe essere una figura di garanzia verso tutti. Personalmente non mi sognerei mai di dire che la posizione di altre e altri, tra di noi, quando si esprime sul merito del provvedimento o di una legge risponde ad altre logiche che non siano quelle dichiarate. Mi piacerebbe che nel nostro partito questo principio fosse condiviso da tutti. Ma sarebbe giusto che a condividerlo fosse almeno il nostro presidente.  Vedi, tu sei un uomo colto e sai che la lingua, nel senso proprio delle parole, definisce il senso di ciò che si dice e a volte influisce su quella dimensione non verbale che pesa alquanto. “… Questa è tutta gente che ha ingoiato…”. Tutta gente? Non è “gente”, Matteo. Sono parlamentari del partito che tu presiedi. Ciascuno di loro ha una biografia, risponde alla sua comunità politica e di territorio. Sul pareggio di bilancio e sulla legge Fornero abbiamo detto e scritto non poche cose. Sulla seconda, in particolare, la battaglia per chiudere la pagina vergognosa degli esodati transita di decreto in decreto per estendere la platea dei salvaguardati. Ma non è questo il punto. No, proprio non è questo il punto Peccato. Stai bene”.