Dai Castelli a ponte milvio: cosi la banda si impadronì di roma di Maurizio Santucci

    Dai Castelli Romani a Ponte Milvio al solo nome del boss Carminati tutti si zittivano e mostravano rispetto. La banda si era impadronita ormai di tutta la città.

    Carminati aveva scelto Roma nord come zona da dominare teneva il pugno duro ma allo stesso tempo spartiva il suo regno con altri boss della malavita, il boss sapeva che a Roma tutti possono ricevere una fetta della torta e che nella capitale c’è posto per tutti.

    Il nero soprannome dato a Carminati quando faceva parte della banda della magliana, dettava legge a nord del tevere nelle zone di Vigna Clara e Corso Francia accettava però di lasciare spazio agli uomini del suo amico Michele Senese più noto come “o pazzo” per le numerose perizie che gli hanno risparmiato il carcere ma che ora non l’hanno salvato da una condanna all’ergastolo per omicidio.

    I senese controllano la parte sud della capitale e i quartieri orientali, avevano anche messo piede a ponte Milvio con due “batterie” di rapinatori.

    Una era la batteria degli albanesi guidata da Orial Kolaj detto “il pugile”,Adrian Coman e Arben Zogu detto “riccardino” per loro carminati portava il massimo rispetto.

    L’altra invece era la batteria dei “napoletani” guidata da Fabrizio Piscitelli detto “Diabolik” capo della curva nord laziale arrestato lo scorso anno per traffico internazionale.

    Nella Roma mafiosa però c’era anche spazio per i Casamonica che controllano la zona sud-est di roma Anagnina Tuscolana fino ai Castelli e al litorale laziale con lo spaccio.

    Il nero teneva molto a non fare sgambetti infatti inserì in una cooperativa di Salvatore Buzzi il capoclan Luciano Casamonica detto dal nero “mediatore culturale” e a cui affida il campo nomadi di Castel Romano.

    Oltre a loro c’era posto anche per Ernesto Diotallevi ex boss della banda della magliana che troneggiava nella zona di testaccio e lungotevere. Anche l’ex capo banda della magliana però chinava la testa davanti a Carminati.