D’ALEMA, SOLIDARIETA’ E DEMOCRAZIA, QUESTA LA PROSPETTIVA

    “Non potrà esserci un’effettiva svolta nelle policies europee nella direzione della solidarietà e della crescita economica senza una sostanziale crescita democratica, che non vuol dire un super-Stato europeo ma, piuttosto, una federazione di Stati nazionali dotata di una ragionevole, autonoma fiscal capacity. E in grado di far funzionare una sussidiarieta’ che valorizzi il ruolo dei singoli Paesi e delle singole istituzioni locali più vicine ai cittadini”. Lo ha detto Massimo D’Alema nel suo intervento al convegno ’Quelle inte’gration politique et e’conomique dans la zone euro?’, con Pierre Moscovici e Martin Schulz, in corso a Parigi. “Il problema è che l’intera area dell’euro è attraversata da squilibri macroeconomici che sono tra di loro complementari”, ha spiegato il presidente della Feps, “il problema non è, dunque, quello di correggere con spirito calvinista gli ’spendaccioni’ del sud, ma è quello di affrontare gli squilibri complessivi che rendono fragile e ingovernabile l’area dell’euro. Il che richiede, certamente, anche responsabilità fiscale e riforme che, per quanto riguarda l’Italia, in parte abbiamo fatto e stiamo facendo”. Per D’Alema, “occorre una profonda svolta, che agisca su due fronti, quello politico e quello ’istituzionale’. Intendo nuovi strumenti di governance che consentano di agire con tempestività e flessibilità, restituendo alla politica la responsabilità di decidere, senza dogmi”.D’Alema ha messo in evidenza due punti di intervento: “1) I vincoli vanno bene, ma solo se affiancati da solidarietà (creazione di lavoro, equità, inclusione sociale) e investimenti (in innovazione e infrastrutture); 2.Attuazione di una politica macroeconomica comune, che muova dalla consapevolezza dell’interdipendenza reciproca e non agisca solo dal lato dell’offerta”. Secondo il presidente di Italiani europei, “senza una ripresa della domanda attraverso un patto sociale europeo, attraverso politiche attive per l’occupazione in particolare giovanile e femminile, attraverso la lotta alle diseguaglianze economiche e sociali, non ci sarà ripresa e, in definitiva, neppure risanamento dei conti pubblici”. D’Alema, tra l’altro, ha sottolineato: “L’impressione e la speranza che nutro è che anche in Germania cominci a farsi strada la consapevolezza che gli eccessi dell’austerità finiranno per ritorcersi contro le sue stesse imprese, i suoi stessi lavoratori. Mi sembra che si stia progressivamente instaurando un clima nuovo, di dialogo, che potrebbe avere una svolta anche radicale, in particolare dopo le elezioni tedesche, per effetto di un voto che spinga per il cambiamento”.