DALLA POLEMICHE SUL RIGOPIANO A QUELLE EUROPEE, RENZI INCANTA LA PLATEA PD DI RIMINI: ‘C’È SOLO UN MODO PER EVITARE IL CAOS, ARRIVARE AL 40%’

“La comunità del Pd non può non rivolgere un pensiero a tutte le popolazioni colpite dal terremoto, dalla tragedia della slavina e dalle difficoltà del maltempo e vorrei che dedicassimo la nostra assemblea a una delle vittime di Rigopiano, Jessica, una giovane democratica. Quando ho chiamato suo padre Mario mi ha detto una cosa che mi ha fatto venire i brividi: ’abbiamo persa una figlia che credeva al cambiamento di questo Paese’”. Matteo Renzi, nel corso di un intervento a Rimini, accende la standing ovation degli amministratori locali Pd. Perché l’ex premier ritiene “giusta l’idea” di “riunirci tutti insieme per ripartire. L’Italia è un bene così prezioso che bisogna aver la vertigine quando lo si serve  – spiega Renzi –  Non c’è dubbio che si può sempre fare meglio, mache squallore quando un minuto dopo la tragedia di Rigopiano si è cercato di gettare fango sulla Protezione civilee sui volontari che salvavano vite.Io non riuscivo a smettere di piangere vedendo i bambini salvati dai soccorritori”. Poi il segretario del Pd si è addentrato nelle dinamiche interne al Nazareno, ribadendo che è tempo di lasciare da parte le discussioni interne, lasciatele andare: “C’è gente che vive dalla mattina alla sera pensando che io sia il suo problema. Non replichiamo, mandiamo un abbraccio affettuoso perché deve essere una vita terribile – afferma ancora Renzi –  C’è solo un modo per evitare il caos: arrivare al 40 per cento. Possiamo farlo noi, possono farlo gli altri. Noi ci siamo arrivati alle europee ed è stata una grande vittoria e pure al referendum ed è stata una grande sconfitta. Comunque sia, al 40% ci siamo abituati… Prima del referendum erano preoccupati dell’uomo solo al comando, ora temono le larghe intese. Mettetevi d’accordo. O si ha paura dell’uomo solo al comando o delle larghe intese, di tutti e due non è possibile. Certo – dice riferendosi al referendum di dicembre – Fa male perdere battaglie. Fa male il livido e fa male anche la botta. Non ricordo le dimissioni di Berlusconi dopo la sconfitta al referendum costituzionale e Beppe Grillo dopo le europee se l’è cavata con un Maalox…”. Quanto alle elezioni, Renzi dice che “il punto non è il giorno delle elezioni, se votiamo con la legge della Consulta o la legge x o y. Questi sono specchietti per le allodole. La questione reale è che il mondo cambia a un ritmo talmente impressionate che o il Pd prova a giocare un ruolo di proposta o stiamo diventando il luogo in cui qualcuno fa un servizio per un certo periodo, pensa al proprio io e l’Italia gioca una partita di serie B”. Inevitabilmente, il discorso si allarga anche alla diatriba interna con massimo D’Alema: “Ormai si fa polemica su tutto. Ma i giornalisti che si attendono che noi ora replichiamo a quello che si è detto in un’altra assemblea, dico: peccato, vi è andata male – afferma l’ex premier a proposito dell’iniziativa diD’Alemaa Roma – L’avversario politico di questa comunità non è chi cerca di fare polemica nella nostra area, ma chi cerca di giocare le carte della superficialità e della paura”. Altro capitolo, l’Europa: “C’è un cambio gioco nella politica internazionale che è un po’ più importante delle parole che si dicono in un convegno a poche ore da qua”, afferma Renzi citando Trump che parla di protezionismo mentre a Davos “i lavori sono stati aperti da un esponente cinese sul libero scambio. Cosa altro potrebbe vedere un marziano che scendesse sulla Terra? L’Europa che anziché ragionare e riflettere dei massimi sistemi e domandarsi dei massimi sistemi,fa le letterine sullo 0,2. Un prefisso per chi chiama da fuori Milano… All’Ue che cambia fase ci avevo creduto ad agosto, dopo Brexit a Ventotene ero convinto che una pagina nuova era possibile ma dopo 20 giorni si è rotto qualcosa quel barlume di speranza è stato cancellato”. Inevitabile quindi la situazione romana: “Il compito di chi fa politica non è quello di creare problemi, ma di risolverli. Il salto nel buio che hanno fatto i cittadini di Roma, ad esempio, ti infila nelle scie chimiche ma non ti porta fuori dalla crisi. Abbiamo visto la più grande città d’Italia dire no alle Olimpiadi per evitare la corruzione, e poi abbiamo visto il braccio destro della sindaca…” Poi, in giornata, Renzi via twitter ha tenuto a sottolineare: “Tre anni di lotta burocratica per lo stesso prezzo delle siringhe. Da ieri lo Stato risparmia 120 milioni€/anno. Una piccola cosa, ma c’è”.

M.