Ddl anticorruzione: i punti della manovra

    Uno dei provvedimenti del ddl anticorruzione è inerente ai finanziamenti ai partiti politici e alle fondazioni. E anche questo è stato motivo di dibattito alla Camera, durante la votazione del ddl anticorruzione, tra le opposizioni e i grillini sulla militanza e il modello organizzativo e politico del partito di Di Maio.  Nel suo commento al verdetto finale sul ddl anitcorruzione, il dem Alfredo Bazoli ha detto: “Eravamo disposti al dialogo, ma vi siete dimostrati interessati alla democrazia diretta, dove diretta non è un aggettivo ma un participio, anche se sarebbe meglio parlare di democrazia eterodiretta”. Una disputa dove è tornato più volte il nome di Davide Casaleggio, della sua azienda e del suo feeling con i Cinque Stelle.  “Per i 5 stelle vale il principio orwelliano: in questa fattoria siamo tutti uguali ma c’è qualcuno che è più uguale degli altri. Non a caso, gli emendamenti dei colleghi Maschio-Varchi che introducevano criteri di massima trasparenza anche per la Casaleggio Associati e la piattaforma Rousseau sono stati bocciati, pur avendo ottenuto molti voti a favore”, ha detto Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. Il testo obbliga un restringimento sui finanziamenti. Tutti quelli oltre i 500 euro dovranno essere messi in chiaro sui siti dei partiti o delle istituzioni per cui si vota. Con l’opposizione che vi vede un rischio di una schedatura di massa dei partecipanti ai vari partiti. Fratelli d’Italia però ha anche da gioire, poiché è stato approvato un emendamento al ddl anticorruzione che non consente più alle cooperative di sostenenre economicamente i partiti politici. “La pacchia è finita, non ci saranno più casi Buzzi”, commentono.È stata approvata la richiesta di Forza Italia e Pd di cancellare l’impunità per l’agente sotto copertura che opera senza consenso alcuno o infrangendo la legge. Si passa dai 6 mesi ai 4, dal momento del reato, il tempo limite entro cui si devono autodenunciare casi di corruzione e operare con la giustizia. Nel testo adesso viene ribadito che le prove prodotte da chi denuncia non dovranno solamente essere  “utili”, ma “utili e concrete”.Ma quello che non convince le opposizioni e la probabile ’schedaturà degli iscritti e tesserati ai partiti. Ma il Movimento 5 stelle non dichiara che questa è la reale intenzione del comma 6 dell’articolo 10 del ddl sulla trasparenza dei partiti che prescrive l’obbligo per i partiti e i movimenti politici di documentare annualmente i finanziamenti e i relativi allegati alla Commissione per la trasparenza e il monitoraggio dei rendiconti di cui alla legge del 2012 varata durante il governo Letta.