Home ATTUALITÀ Ddl Zan, Italia Viva chiede voto al Senato prossima settimana

    Ddl Zan, Italia Viva chiede voto al Senato prossima settimana

    “Registriamo che purtroppo immotivatamente si è allentata la tensione per l’approvazione del ddl Zan in Senato. Abbiamo proposto la trattazione già dalla prossima settimana per approvare il provvedimento prima dell’estate. Speriamo tutti i gruppi accolgano positivamente la nostra richiesta”. Così il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone al termine della Conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama. 

    SALVINI – Con il ddl Zan “vogliono insegnare ai bimbi di 6 e 7 anni teorie strane per cui non esistono maschietti e femminucce, ma siamo tutti fluidi”. Lo dice Matteo Salvini, parlando in piazza a Cortona, nel corso di un evento per promuovere le firme per i referendum sulla giustizia. “Ognuno ama chi vuole – dice il leader della Lega – al sindaco di Cortona, per esempio, interessa di avere la città piena, se poi si baciano due uomini o due donne questo non conta nulla”. 

    PD – “Salvini getta la maschera e dice quel che noi sappiamo da tempo: il ddl Zan, molto semplicemente, non gli interessa. Questo vuol dire che smetterà di occuparsene, mettendo fine all’ostruzionismo mascherato da ricerca di surreali mediazioni con Italia Viva? Me lo auguro. Lasci il ddl Zan a chi vuole davvero approvarlo; a chi ha a davvero cuore la dignità delle persone, la sicurezza di tanti giovani che subiscono discriminazioni e violenze e la serenità delle loro famiglie. Cosa dirà, Salvini, a queste famiglie”? Così in una nota la senatrice Monica Cirinnà, responsabile nazionale Diritti per il Pd. 

    CRISTO LGBT – Il ‘Cristo Lgbt’ aveva già sollevato molte polemiche, ora però monsignor Filippo Ortenzi, arcivescovo metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana, ha sporto denuncia contro il Gay Pride che si è celebrato lo scorso 26 giugno a Roma. “Offesa alla religione, mediante vilipendio delle persone e delle cose” è l’ipotesi di reato per la quale si chiede di procedere. 

    “Il corteo è stato aperto da un ragazzo travestito da ‘Cristo lgbt’ con stimmate colorate e bandiera arcobaleno, oltre alla croce portata sulle spalle e un simbolo fallico al posto della scritta Inri. Il ragazzo – si legge nella denuncia presentata ai carabinieri – indossava calze a rete e ‘tacco 12’. Il tutto ‘condito’ da insulti e minacce contro chi non è d’accordo con il Ddl Zan. E’ indubbio che la condotta configuri violazione degli artt. 403 e 404 del codice penale – sottolinea la Chiesa Ortodossa Italiana – Con la legge n. 65 del 24 febbraio 2006, il legislatore cancellando ogni riferimento alla religione di Stato ne mantenne la procedibilità d’ufficio. Fondamentale risulta l’elemento soggettivo dei reati previsti dagli artt. 403-404 c.p., dove non è richiesto il dolo specifico, ma il dolo intenzionale, ovvero la volontarietà del soggetto attivo di offendere il sentimento religioso di chi si riconosce in qualunque confessione”. 

    Per questi motivi, la Chiesa Ortodossa Italiana, assistita dall’avvocato Ersilia Barracca, ha presentato una denuncia nei confronti “degli individui che il giorno 26 giugno 2021 a Roma hanno, durante la manifestazione del “Gay Pride”, vilipeso, offeso, dileggiato il sentimento religioso, manifestando nel corteo aperto da un ragazzo travestito da “Cristo lgbt” con stimmate colorate e bandiera arcobaleno, oltre alla croce portata sulle spalle ed un simbolo fallico al posto della scritta Inri, affinché I colpevoli siano individuati e puniti secondo Legge”.