DECORO E ORDINE PUBBLICO – VENDITA DI BIRRA ED ALCOLICI IN PRIMIS, SPINGONO I COMUNI AD IMPORRE UNA STRETTA SUI MINIMARKET, SPESSO SITI NEI CENTRI STORICI

Nono solo le città d’arte, ma tutti i comuni si schierano contro il proliferare dei minimarket nei centri storici delle nostre città. E dunque, ecco che saranno impiegati controlli più stringenti: stop alle nuove aperture, regole più rigide per contrastare lavendita facile di alcolicisoprattutto ai minori: sono alcune delle misure messe in campo da diversi sindaci contro il proliferare dei negozi di alimentari all’ombra di piazze storiche e monumenti. Sono poche le possibilità di poter esercitare determinati commerci se non rispettando regole ferree. Su tutto: vietato vendere alcolicidalle 21 alle 6, pubblicizzarli e apporre pannelli luminosi. ARoma, come a Viterbo,si studiano modifiche alle delibera sulla tutela delle attività commerciali nel centro storico: il testo, che a giorni arriverà al vaglio dei municipi per un parere, prevede ildivieto di nuove apertureper alcuni tipi di attività tra cui, appunto, i minimarket. “La liberalizzazioneha creato una situazione dideterioramento del tessuto commercialenei centri storici delle città, la crisi ha fatto il resto – spiega all’Adnkronos il sindaco di Pisa e delegatodell’Associazione nazionale dei Comuni italiani(Anci) alle Attività Produttive Marco Filippeschi- Questo deterioramento sta anche nella proliferazione dei minimarket, dove spesso si attinge per un abusivismo notturno legato alla vendita di alcolici e birra, alimentando la movida in città turistiche e universitarie. Come sindaci abbiamo cercato di ’mettere delle pezze’ con delle ordinanze – prosegue Filippeschi – Ma non è possibile che il legislatore non si sia accorto di ciò che sta accadendo nelle città. Senza mettere in discussione la liberalizzazione, che ha origine nelle direttive europee,serve una copertura legislativache consenta ai sindaci, almeno nelle città con comprovate caratteristiche, di poter agire a tutela del decoro. Qualcosa è previsto nel decreto sulla sicurezza urbana, che aspettiamo venga approvato”. Esmeralda Giampaoli, presidente della Fiepet (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici), sottolinea che “Partiamo dal presupposto cheil problema non sono i minimarket in sé,imprese che, come tutte le altre, hanno piena dignità di stare sul mercato. Il problema è che hanno poco dei minimarket mentre il loro ’core business’ èpropriola vendita di alcolici”. Anche perché ciò che si misura spesso con mano sono proprio i problemi di ordine pubblico da attribuire alla vendita di birra e alcolici, spesso sottocosto, di cui approfittano soprattutto i giovani. Ricordiamo, nello scorso week-.end la maxi rissa avvenuta a Rieti, che ha coinvolto qualcosa come 40 giovanissimi. “Le ordinanze fatte in alcuni Comuni sono un primo passo e le accogliamo perché dimostrano un’attenzione, ma sarebbe megliorivedere la normativa generale sulla vendita di alcolici- conclude il presidente di Fiepet – Una proposta potrebbe, ad esempio, essere quella di far passare la vendita di alcolici attraverso requisiti professionali ben precisi”.

M.