DELITTO DI GARLASCO – CASSAZIONE CONFERMA CONDANNA A 16 ANNI. ALBERTO STASI SI E’ COSTITUITO ED E’ ORA IN CARCERE. RITA POGGI: ‘GIUSTIZIA E’ FATTA’

Un delitto durato 8 anni: Chiara Poggi fu trovata morta il 13 agosto 2007. La Cassazione ha confermato la condanna definitiva a 16 anni di carcere contro l’imputato e fidanzato della ragazza, Alberto Stasi, che da oggi si trova nel carcere di Bollate (Milano). Ieri, in aula, il Procuratore Generale Oscar Cedrangolo, aveva ‘invitato’ i giudici a rinviare la sentenza definitiva, chiarendo la sussistenza di alcuni aspetti ancora rimasti in sospeso e, di contro, sottolineando che l’omicidio, se commesso, andava punito con una sostanziale pena: “Siamo in presenza di un omicidio efferato, commesso con brutalità – aveva dichiarato ieri in aula – e proprio per questo non si può dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Se l’imputato è innocente va assolto, altrimenti va condannato a pena adeguata per l’atrocità del delitto commesso”. Soddisfazione da parte di tutti i familiari della ragazza, soprattutto della madre, Rita, che ha commentato così la sentenza tanto attesa: “Sono emozionata. Dopo le parole del procuratore eravamo un po’ pessimisti, magiustizia è stata fatta. Forse questo sarà un Natale diverso – continua la madre – dopo questa sentenzaproviamo sollievo. Non si può gioire per una condanna. Si è trattato di unatragedia che ha sconvolto due famiglie“. Parole appagate anche quelle del difensore della famiglia Poggi, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni: “Non è una sentenza a metà. Non volevamo che fossero inflitti anni di carcere ma che fosse accertata la verità. Sono dispiaciuto per quello che è successo ieri in aula”. Dura, invece, la dichiarazione dell’avvocato Fabio Giarda, del collegio difensivo di Stasi: “E’ allucinante. Come si fa a mettere una persona in carcere quando c’è una sentenza completamente illogica? Quanto detto ieri dal pg è la verità dei fatti. E’ una pena che non sta né in cielo né in terra, se una persona ha commesso un fatto del genere deve avere l’ergastolo”. Giarda, infine, alla domanda se “ora Alberto andrà in carcere definitivamente?” Ha risposto: “Non si può fare nient’altro”.

D.T.