Di Maio detta le regole per la vendita dell’Ilva e frena Arcelor

    E’ arduo mettere d’accordo gli interessi strategici dell’Italia, l’aspetto occupazionale e la salute dei cittadini di Taranto. L’argomento si chiama Ilva, ovvero quella siderurgia italiana che i tedeschi vorrebbero venisse smantellata: un una volontà certo non priva d’interessi, se solo si considera che la Germania vorrebbe diventare il leader incontrastato del manifatturiero siderurgico europeo. Ecco che prosegue il braccio di ferro sull’Ilva, e restano tanti i nodi da sbrogliare per Luigi Di Maio (ministro dello Sviluppo economico). “La strategia messa in campo è il cambio di metodo” afferma Di Maio, che oggi ha presieduto il tavolo Mise al quale hanno partecipato azienda e sindacati (circa 60 sigle).
    Per quanto riguarda la salute dei tarantini, ArcelorMittal s’era impegnata a ridurre del 15% le emissioni di anidride carbonica per tonnellata di acciaio liquido prodotto (abbattendo rispettivamente del 30% e del 50% le polveri e le diossine derivanti dall’impianto sinterizzazione). Ma le rassicurazioni da parte della multinazionale (Arcelor) non convincono, sembra che poggi sul nulla la promessa “che a Taranto, dal 2020 in poi, non ci saranno più wind days”: i famosi giorni di vento in cui vengono spalmate le polveri nocive. E perché dai dati giunti a Di Maio sembrano non soddisfacenti l’apertura alle tecnologie “low carbon” e l’anticipazione della fine dei lavori per la “copertura dei parchi delle materie prime”. Una bocciatura che ArcelorMittal non vuole incassare: abbiamo fatto “il massimo sforzo”, fa sapere il gruppo siderurgico. ll secondo fronte è quello della legittimità della gara. Sul punto il ministro è deciso: pronto a portare “tutte le carte in Procura” se la gara non risulterà regolare. Il terzo è quello dei tempi. La proroga per la cessione dell’Ilva ad ArcelorMittal è fissata per il 15 settembre, ma Di Maio non vuole fretta: “Non aderisco a quella idea politica per cui bisogna fare di tutto per liberarsene – tuona Di Maio -. Perché siccome bisogna liberarsene la regaliamo al primo acquirente che passa senza fregarcene del destino dei lavoratori, dell’azienda e dei cittadini di Taranto, dell’intera Puglia”.
    Di Maio ha annunciato che procederà a “una disclosure pubblica dei documenti che sono stati presentati da ArcelorMittal con le proposte sul piano occupazionale e ambientale così che tutto il mondo scientifico possa analizzarle”. Sul piano occupazionale, il ministro ha fatto presente che “l’azienda lo vuole discutere direttamente con i sindacati e noi – osserva Di Maio – non l’abbiamo mai impedito. Nelle prossime ore favoriremo l’incontro, credo già domani si vedranno azienda e sindacati”. Governo e sindacati vogliono concentrare l’attenzione su lavoro e piano industriale, ma qualcuno in Ue vorrebbe che l’Ilva venisse velocemente ceduta alla multinazionale, passando sopra agli interessi strategici dell’Italia, dei lavoratori e dell’ambiante. Qualcuno fa notare che sarebbe molto difficile controllare e richiamare all’ordine una multinazionale che, come tanti casi dimostrato, la spunta sempre sull’interesse d’una singola nazione.