DIMINUISCE IL RISCHIO DI POVERTÀ IN ITALIA di Manrico Pergolizzi

Secondo quanto comunica l’Istat, rispetto al 2012 c’è stato un calo 1.5

punti per i residenti italiani, ma la percentuale di rischio di povertà o di

esclusione sociale rimane elevata, pari al 28.4 per cento, dovute alla bassa

intensità di lavoro ed a una grave deprivazione materiale, determinata dalla

riduzione della quota di individui in famiglie che non potrebbero permettersi

un pasto completo ogni due giorni o non hanno potuto riscaldare in modo

adeguato la propria abitazione. I soggetti più a rischio sono le famiglie con due o più figli, mentre si rivela

un maggiore calo fra gli anziani soli, monogenitori e coppie con un figlio.

Geograficamente si registra una elevata diminuzione al Nord a differenza del

Centro e Mezzogiorno che rimangono a livelli stazionari, ma è sempre al sud che

si manifesta in modo più accentuato la riduzione del reddito medio disponile,

in Italia circa la metà delle famiglie vive con un stipendio pari o inferiore

ai 2mila euro al mese. Dopo il 2013, uno degli anni più duri, dove secondo un sondaggio dell’Acri

(Associazione di fondazioni e di casse di risparmio) insieme a Ipsos in

occasione della 90esima “Giornata Mondiale del Risparmio”, si evidenzia che una

famiglia su 4 non riuscirebbe far fronte ad un spesa imprevista di 800 euro

o più con risorse proprie, ma gli italiani sembrano più fiduciosi, malgrado

pensino che la crisi sia molto profonda e lunga.