DIREZIONE PD – EMILIANO: ‘MI CANDIDO ALLA SEGRETERIA PERCHÉ QUESTA È CASA MIA’. INTANTO BERSANI ASSICURA: ‘ANDRÒ AL CONGRESSO MA NON RINNOVERÒ LA TESSERA’

“Mi candiderò alla segreteria del Pd perché questa è casa mia”, finalmente il governatore della Puglia Michele Emiliano, ha sciolto il nodo uscendo allo scoperto nel corso della Direzione dem. “Mi candido – spiega – accogliendo l’invito di tantissimi militanti. L’avrei voluto fare in assemblea, ma il rispetto che ho per Rossi e Speranza non me l’ha consentito. Oggi vi ribadisco che mi candiderò alla segreteria del Pd. Questa è casa mia, è casa nostra e nessuno può cacciarmi o cacciarci via. Con Rossi e Speranza ho condiviso questi giorni, sono persone per bene e sono stati offesi e presi a bastonate senza ragione, nel cocciuto rifiuto di ogni mediazione. Renzi ha mostrato con evidenza di essere il più soddisfatto per la rottura. Mi candido – ha aggiunto ancora Emiliano – nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere con ogni mezzo. Renzi ha fretta perché non vuole rinunciare alla posizione dominante e non concede agli avversari nemmeno il tempo necessario per girare la metà delle province. Si è inventato un congresso con rito abbreviato, da celebrare se facciamo i bravi a inizio di maggio” e avendo respinto le primarie in autunno, “tiene tutti sotto la spada di Damocle di andare ad elezioni anticipate”. La Direzione del Pd ha poi votato la commissione congresso proposta da Matteo Orfini con un solo voto contrario e otto astenuti. La commissione (composta da Silvia Fregolent, Martina Nardi, Mauro Del Barba, Alberto Losacco, Caterina Bini, Ernesto Carbone, Tommaso Ginoble, Emilio Di Marzio, Teresa Piccione, Roberto Morassut, Micaela Campana, Claudio Mancini, Michele Bordo, Andrea De Maria, Paolo Acunzo, Lorenzo Guerini, Roberto Montanari, Antonio Rubino), verrà integrata da un rappresentante di Michele Emiliano. Intanto, ospite di Floris, su La7, Pier Luigi Bersani ha tenuto a sottolineare: “Non mi sento di iscrivermi al Pd, non mi sento di partecipare a questo congresso. Non è la ditta, non è il Pd. Si è spostato. Noi non abbiamo fatto nessuno strappo, abbiamo chiesto questa discussione nei tempi normali.Non siamo stati noi a ‘scaravoltare’ il calendario – ha affermato ancora l’ex segretario – è stato il segretario che ha preso il giochino delle dimissioni del segretario per fare un congresso cotto e mangiato”.

M.