DISABILE SUL LAVORO, PERDE I SUOI SOLDI CON VENETO BANCA: NE DISTRUGGE L’INGRESSO CON L’AUTO

“Stiamo manifestando (ad oltranza,ndr) dalla vigilia di Natale insieme a questo signore di 59 anni davanti all’istituto di credito perché siamo finiti tutti male, ma la sua situazione è particolarmente drammatica perché disabile. A un certo punto ha perso la pazienza e ha ingranato la retromarcia, finendo in mezzo alle due colonne di fronte alla porta della ex sede della banca a Montebelluna nel trevigiano. E’ sceso, poi, e ha pensato anche di dar fuoco alla porta, usando qualche cartone e casse di legno del mercato lì vicino, ma è stato bloccato sia dalle forze dell’ordine che da noi”. Il signore in questione è uno sfortunato operaio edile romeno, grande lavoratore, un brutto giorno rovinato nel vuoto dall’impalcatura. Per quel drammatico incidente sul lavoro, che lo ha destinato a dover muoversi con le stampelle per il resto dei suoi giorni, era stato risarcito con 100mila euro. Come spiega ancora Sergio, del Coordinamento ’Don Enrico Torta’, l’operaio disabile aveva deciso di preservare tale cifra investendola nelle azioni di Veneto Banca. “In pratica – rivela ancora Sergio – sono spariti, volatilizzati”. Una situazione tragica che ha colpisce un padre di famiglia ormai rovinato, come sottolinea ancora il membro del Coordinamento ’Don Enrico Torta’: “E’ sposato, ha una moglie e due figli. Non è un senzatetto, ha una casa, ma quei soldi gli servono”. Soldi che, come per tutti i membri del Coordinamento, rappresentavano piccole cifr ma enromi sacrifici di tanti lavoratori., E lo stesso sergio confida che anche lui è una vittima delle banche: “Ho investito tutti i miei risparmi lì, i soldi di un’eredità insieme alla liquidazione e gli euro, risparmiati lavorando come capotreno. Guardi, mi vergogno a dirlo, ma per il matrimonio di mia figlia, se non mi avessero aiutato, non avrei neanche potuto pagarle il pranzo”. E come loro sono centinaia nel Paese gli italiani ’truffati’ dalle banche, che difficilmente torneranno a sorridere. Ecco perché il gesto di disperazione dell’ex operaio romeno va assolutamente letto come un appello piuttosto che come un atto vandalico…
M.