Domani previste manifestazioni in piazza contro il decreto Pillon

    “Questa legge non è nei programmi di approvazione dei prossimi mesi perché così non va. La modificheremo proprio per evitare gli effetti che lei ha descritto”. Questo il proclama del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, durante l’intervista di Corrado Formigli per il magazine ’Elle’, che si è pronunciato sul ddl Pillon inerente il tema dell’affidamento condiviso. Una proposta che ha riscontrato pareri contrastanti su più fronti: domani sono previste più di 60 manifestazioni in diverse città italiane, ma anche dentro le stesse istituzioni. Il disegno di legge sostenuto dal senatore leghista Simone Pillon sull’affido condiviso, sembra non aver ottenuto un consenso unanime. Voci dal ministero della Famiglia parlano “di una iniziativa parlamentare del senatore Pillon: seguirà il suo iter parlamentare e non è stata sottoposta al giudizio preventivo del ministro Lorenzo Fontana. Come tutte le proposte legislative avrà la possibilità di essere migliorata e modificata”. Poco meno di 30 giorni fa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche, Vincenzo Spadafora, aveva dichiarato ai media: “Non possiamo accettare la proposta del senatore Pillon così come è stata formulata”. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, che da tempo ha fatto richiesta di essere audita dalla Commissione Giustizia del Senato avendo in esamina il ddl Pillon, ha deto che “il testo presenta criticità, in particolare la divisione paritetica dei tempi di permanenza del figlio presso ciascun genitore”. E mentre l’iter parlamentare della proposta di legge si preannuncia non prossima a conclusione, domani in sit-in, cortei, incontri pubblici e presidi verrà sostenuto a gran voce il ritiro del disegno di legge su separazione e affido, a cui si aggiunge la volontà di cancellare gli altri tre disegni di legge sulla stessa materia attualmente in esame al Senato che “rischiano di trasformare la separazione e l’affido in un campo di battaglia permanente”. Gli organizzatori hanno fatto sapere che i movimenti di protesta toccheranno “tutte le regioni, dal nord al sud dell’Italia, dal Piemonte alla Sicilia”; nella Capitale i manifestanti si daranno appuntamento alle11 in Piazza Madonna di Loreto, accanto a piazza Venezia. Una mobilitazione – dicono i diretti interessati – che vedrà manifestare centri antiviolenza, come D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, organizzazioni sindacali, Cgil, Uil, Cisl, Usb, associazioni di donne (Associazione nazionale volontarie Telefono Rosa, Udi), e del terzo settore, movimenti come quella del ’Non una di meno’, ed ancora Arci, Arcigay, Arcidonna, associazioni professionali, comitati cittadini formatasi per l’occasione e le associazioni che lavorano nel campo dell’ infanzia. Tutti insieme contro le idee proposte da Pillon, bocciate già da quasi centomila utenti che hanno firmato la petizione per abolire la proposta di legge su Change.org promossa dalle Donne in rete contro la Violenza (D.i.Re.). Per il movimento “Non una di meno” il ddl Pillon “propone un modello di società fondato sulla famiglia patriarcale e che attacca direttamente l’autodeterminazione delle donne”. “L’intento dichiarato del senatore leghista – sostiene il gruppo parlamentare Vita famiglia e libertà – nel presentare il disegno di legge in questione è stato quello di svuotare di efficacia l’istituto del divorzio. Se il ddl Pillon sarà approvato – continua la nota del movimento – sarà più difficile e costoso separarsi e bisognerà organizzare le proprie vite e la cura di figli e figlie secondo un contratto di diritto privato sottoscritto a seguito della mediazione familiare obbligatoria a pagamento”.