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    Dopo 12 mesi la crisi economica, sociale, culturale e tutte le conseguenze afferenti all’emergenza-pandemia Covid-19, ha effetti devastanti

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    Dodici i punti al tavolo delle sfide-risposte per evitare quella che si palesa una desertifica della Nostra cultura enogastronomica e delle 100 città d’Italia

    Il comparto Ho.Re.Ca – hotel, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar similari e catering – e l’intera filiera tutta hanno subito un crollo del fatturato che, sommato alla situazione finanziaria vede previsioni tragiche, prossime oramai alla “chiusura definitiva”. Migliaia d’imprese vuol significare che, diverse migliaia di famiglie e quanti altri avevano lavoro per altrettante moltitudini di famiglie, finiranno in uno stato – fa male solo pensarlo – ma occorre dirlo – di povertà, forse non per niente dissimile alla grande crisi del 1929. È trascorso un anno dal maledetto Lockdown termine inglese che non mitiga per niente i fatti e oggi possiamo stare certo che quel “andrà tutto bene” era solo un puerile slogan! Su per balconi accompagnato ad un tricolore.
    La serrata totale non solo non ha fermato la circolazione del virus ma quel diciamocelo detto in breve e italianamente Confinamento – anziché l’abusato lockdown – ha ingenerato il ricorso a prestiti, finanziamenti, rateizzazioni e altre forme di aiuto economico divenute indispensabili. Diciamoci le cose franche sincere: per difendere la Nostra cultura enogastronomica e le 100 città d’Italia, se non si cambia rotta, sarà desertificazione. Il comparto deve tener testa ad ogni genere di costo fisso/variabile, formato dalle decine di migliaia di aziende che mantengono il punto d’onore.
    E il debito avanza inesorabile. Le vaccinazioni? La Panacea all’emergenza sanitaria… stiamo certi che durerà ancora per molto l’emergenza e riaprire le frontiere per far tornare il turismo estero si palesa come una lunga marcia nel deserto. Quel che sarà il futuro prossimo è già questo tetro torpore e ne va di mezzo tutta la cultura enogastronomica che, il Belpaese vanta da secoli e secoli, come un Primato in tutto il Mondo, da difendere come linea invalicabile. Trattasi del 30% e più della ricchezza fatturata dall’Italia che è una parte del Patrimonio storico-artistico-paesistico-architettonico, il secondo volano per attirare il grande turismo internazionale. Abbiamo il primato in Italia per numero di siti Unesco Patrimonio dell’Umanità nel mondo intero. Se i media focalizzassero le notizie, sostenute da robuste analisi reali – come dire – sul corpo vivo del paese-Italia, anche su questi temi deleteri a fronte dell’attuale confusa condizione generale sanitaria e, a cascata i suoi derivati sugli assi portanti dell’economia, finanza, situazione debitoria delle aziende e delle famiglie, le ricadute sociali e psicologiche del distanziamento sarebbe un passo quotidiano per avviare tempi e metodi indispensabili per fronteggiare anzitutto il crollo del potere d’acquisto delle famiglie. Le famiglie si indebitano e le potenzialità vengono sfibrate. Tutto il resto è noia o esercizio d’utopia! Miraggi da fata morgana.
    Una semplice premessa su considerazioni fondamentali per scongiurare che questa crisi nel settore Ho.Re.Ca – filiera compresa possa diventare dopo 12 messi una desertificazione delle nostre città d’arte che vivono del grande turismo internazionale. Il MIO-Italia di cui è presidente Paolo Bianchini ha redatto un documento inerente voci vitali per il rilancio del paese-Italia, aprire un tavolo permanente di confronto con il Governo e tutti gli attori di questa sfida epocale che richiede una risposta robusta risolutivamente adeguata al rischio “desertificazione”: Affitti; Indennizzi; Banche; Tributi locali; Fisco; Utenze servizi; Lavoro dipendenti; Legge Bersani-Visco; Lotteria degli scontrini.