DOPPIO APPUNTAMENTO A ROMA CON BALTHUS

    la rueConsiderato uno dei più significativi pittori del XX secolo, Balthasar Klossowski de Rola conosciuto come Balthus, a 15 anni dalla sua morte, si vede protagonista di una duplice rassegna nella capitale, che si snoda tra le sale delle Scuderie del Quirinale proseguendo in quelle di Villa Medici. Dal 23 ottobre al 31 gennaio 2016 sarà possibile prendere parte a questa straordinaria iniziativa che fornisce una visione completa sulla sua produzione artistica.
    Nato a Parigi nel 1902, da madre russa e padre polacco, Balthus viaggerà molto durante la sua vita assorbendo così la cultura mittleuropea; trovatosi in Italia rimarrà colpito dalla produzione di Piero Della Francesca tanto da trarne il principio figurativo. Oltre al Rinascimento italiano Balthus, nella sua fase giovanile, rimarrà altresì folgorato dai movimenti italiani del Realismo magico e dalla Metafisica, oltre che dalla Nuova oggettività tedesca. Il suo legame con la cultura italiana sarà sempre più evidente, tanto da assumere il ruolo, nel 1961, di direttore dell’Accademia di Francia di Roma ossia Villa Medici, impegnandosi per il restauro di quest’ultima e degli adiacenti giardini. “E’ come se nell’aria fosse rimasta impressa la sua firma invisibile.” sostiene la moglie Setsuko Klossowska de Rola, e continua “Era un’epoca meravigliosa, c’era una grande vivacità, Balthus era molto felice di farne parte’’.
    Duecento circa le opere che si alternano in un’attenta disposizione in entrambi gli allestimenti; tra dipinti, disegni e fotografie che documentano l’opera dell’artista provenienti dai più importanti musei europei e americani, oltre che da collezioni private.
    Alle Scuderie del Quirinale il tema si argomenta intorno alle sue principali opere, sorvolando volutamente sulla produzione più scabrosa, la curatrice della mostra Cecile Debray vuole infatti soffermare l’attenzione dell’osservatore sulle influenze artistiche, nonché letterarie. La retrospettiva qui si apre con l’opera considerata da egli stesso il suo manifesto estetico: La rue,1933  per la prima volta accostata alla prima versione, una scena di vita cittadina nel quale si scorgono i suoi tratti caratterizzanti, la prospettiva geometrica dei primitivi italiani come Piero della Francesca ed inoltre si capta  una sottile vena erotica, che sarà un altro elemento distintivo.
    A Villa Medici, invece, l’attenzione è concentrata sulle opere del soggiorno romano durato 17 anni, nonché sulla sua evoluzione stilistica e creativa, portando inoltre alla luce il lavoro in atelier, mostrando il relativo uso dei modelli e talvolta della fotografia. Lo sviluppo è constatabile in uno degli ultimi quadri di Balthus Senza Titolo, opera incompiuta incredibilmente emozionante poiché qui  si avverte la sua malinconia, la sua incessante vicinanza alla morte, le figure sembrano oramai scomparire. 
    Grazie al magnifico omaggio dedicato all’’enigmatico maestro d’arte, è possibile conoscere molteplici aspetti dell’esistenza di Balthus in tutta la loro integrità.