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“Dpcm: la parte sui ristoranti e sulla cultura non va, chiederemo a Conte di modificarlo” annuncia Renzi

Puntuale, come da consuetudine, attraverso l’appuntamento settimanale con la sua E-news, Matteo Renzi è tornato a commentare la scena politica. Dunque, il Dpcm che, scrive il leader di Italia Viva, “Chiederemo al Premier di modificare. Serve un piano, una visione, una strategia. Non rincorrere gli eventi, ma prevederli come stiamo dicendo – spesso inascoltati – da mesi. Diremo queste cose in Parlamento, al Premier Conte – che sosteniamo – sperando che ci ascolti e che cambi il Dpcm, nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva”.

Renzi: “Chiusura alle 18: forse, a cena il Covid fa più male che a pranzo?”

Dunque, sempre a proposito dei ristoranti, secondo Renzi “la chiusura dei ristoranti alle 18 è tecnicamente inspiegabile, sembra un provvedimento preso senza alcuna base scientifica. A cena il Covid fa più male che a pranzo? E per chi si era attrezzato valgono le stesse regole? Ci rendiamo conto del danno economico devastante?“. Quindi, annuncia ancora Renzi, ”In Parlamento, chiederemo che il Presidente Conte valuti di seguire la stessa strada intrapresa dal Presidente dell’Alto Adige, che ha firmato un’ordinanza che prevede che i ristoranti siano aperti fino alle 22. Per quanto riguarda la ristorazione, è bene ricordare che i dati ISTAT – che mettono insieme alberghi, ristoranti e bar – ci dicono che il valore aggiunto 2019 di questo aggregato è di 64 miliardi di euro, quasi equivalente a quello di tutto il comparto edilizio”.

Renzi: “La Bellanova sta combattendo per i ristoranti e la loro filiera”

Renzi tiene poi a rimarcare che ”Teresa Bellanova, da ministra delegata, sta combattendo per i ristoranti e soprattutto per la filiera collegata. Elena Bonetti, da professoressa universitaria prima ancora che da ministra, sta chiedendo quali siano i modelli matematici che supportano le decisioni del Governo. Alcuni amici hanno lanciato una petizione per tenere aperti i luoghi di cultura e le palestre. Per noi – rilancia ancora il segretario di Iv – servono le famose 4T: tamponi rapidi, terapie intensive, trasporti e tracciamento. E queste cose dipendono dalle istituzioni, non dai cittadini”.

Renzi: ”Nei cinema, così come nei teatri, non si rischia di morire”

Altro capitolo scottante: “Mi ha colpito che proprio il Ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura dicendo che dobbiamo salvare vite umane. Io dico che certo, è vero, vogliamo salvare vite umane. Ma basta essere andati al cinema o al teatro, in queste settimane, per capire che non sono posti dove si rischia di morire, ma dove – anzi – si impara a vivere meglio. Affrontare la pandemia è un dovere di tutti. Ma bisogna farlo senza cedere alla paura“. Lo scrive Matteo Renzi nella enews dopo la risposta alle critiche sulla chiusura di cinema e teatri da parte del ministro Franceschini, secondo il quale “non si è percepita la gravità della crisi”

Renzi: “A scuola servono i tamponi rapidi non i banchi a rotelle”

Quindi, asse portante dell’attuale ‘diatriba’ politica, la Scuola.  Chiudere di nuovo le scuole è una ferita devastante. Servono i tamponi rapidi i scuola, non i banchi a rotelle. Servono le aziende private per i trasporti, non complicate regole sulla didattica a distanza”.

Renzi: “Urge rinforzare il sistema sanitario, altro che chiudere i teatri”

Non da meno poi la questione Sanità per la quale, scrive Renzi sulla E-news, “Servono più posti in terapia intensiva, più personale sanitario e un sistema di tracciamento degno di questo nome, non generiche raccomandazioni ai cittadini“, scrive ancora Renzi, per il quale “serve far funzionare in modo efficiente e sicuro la macchina dei test, non chiudere i teatri e i ristoranti che rispettano le regole, perché questo crea un effetto a catena in tanti settori. Va compresa l’inquietudine di chi non sa cosa accadrà domani”.

Renzi: “Il governo chiarisca da quali dati scientifici decide sul da farsi”

Mentre si chiedono (ancora) sacrifici, sarebbe molto utile, secondo me, che il Governo chiarisse questi punti. E ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni: i dati scientifici, non le emozioni di un singolo ministro”.

Max