E’ FINITA L’ERA DEL POSTO FISSO-Delia Marrone

Si è conclusa ieri l’ultima delle tre giornate per la Leopolda, la quinta edizione del meeting

renziano quest’anno in versione di governo. In 19000 sono accorsi nell’ex stazione

fiorentina che ospita l’evento, per accogliere ed applaudire l’intervento del premier Matteo

Renzi, mentre parallelamente si è svolta sabato a Roma la manifestazione della Cgil,

guidata dal segretario Susanna Camusso, che si dichiara pronta in nome del milione di

persone presenti, ad uno sciopero generale contro il Jobs Act.

Matteo Renzi esordisce: “Qualcosa alla Leopolda è cambiato, il posto è rimasto lo stesso,

ma è cambiato il punto da cui siamo partiti, ed è sempre più chiaro il punto dove vogliamo

andare”. Sembra determinato e profondamente convinto il nostro premier nel dichiarare:

“Ci tocca cambiare il Paese, perché quella bicicletta ce la siamo andati a prendere, ed ora

è arrivato il momento di prenderci sul serio. L’Italia può avere futuro se ha il coraggio di

cambiare se stessa”.

Dal palco della Leopolda chiede rispetto per il nostro paese, mostrando la maggioranza

dei voti rispetto agli altri leader europei e sottolineando come l’Europa sia nata per creare

posti di lavoro e non vincoli burocratici. Gli occhi sono tutti puntati sul presidente del

consiglio quando finalmente arriva a parlare del tanto atteso articolo 18. Dichiara: “ E’

cambiato il mondo attorno a noi. Un partito di sinistra non fa un dibattito ideologico sulla

coperta di Linus ,ma prende in carico chi il lavoro lo ha perso. Il precariato si combatte

innanzitutto cambiando la mentalità delle nostre imprese e le regole del gioco”.

Fortemente contrario dunque a rimanere attaccato alla norma del lavoro tutelare del

1970 nel 2014, atto che ritiene simile a voler infilare un gettone nell’Iphone, Renzi appare

orientato a voler modificare la mentalità a imprese e giovani piuttosto che manifestando in

piazza o organizzando convegni.

Tante sono state le reazioni contrarie alle proposte del fiorentino, oltre a quella di Rosy

Bindi, anche la Fiom di Firenze, rappresentata dal segretario fiorentino Daniele Calosi, fa

sentire la propria voce definendo “ una farsa” la Leopolda che ha rifiutato di accordargli

il permesso di intervenire, “ogni voce contraria al Governo non è accettata” è quanto

affermato. All’ex presidente del Pd, che ha esplicitamente etichettato “ imbarazzante”

questo meeting, Renzi risponde: “ Non consentiremo loro di riportare il Pd dal 41 al 25 per

cento. Noi siamo circondati dai no. La Leopolda è il luogo del sì”

Il premier conclude il suo intervento con un affettuoso saluto al presidente della

Repubblica, Giorgio Napolitano, evidenziando come bisogni difendere sempre l’Italia delle

persone per bene dalle numerose menzogne.