E-COMMERCE – DOPO AVER MANDATO IN CRISI IL COMMERCIO ESTERO, ‘L’EFFETTO AMAZON’ INCOMBE ORA SULL’ITALIA

Premesso che ora, in seguito alla maxi multa comminatale dalla Commissione Ue per evasione, bisognerà vedere come si porrà rispetto al mercato italiano, tuttavia in America l’e-commerce sta penalizzando fortemente il commercio interno. Come spiega infatti all’agenzia di stampa Adnkronos il direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano, Valentina Pontiggia, “da un lato vediamo come negli Stati Uniti e nel Regno Unito alcune catene sono andate in crisi, si parla anche della chiusura di alcune catene di abbigliamento entro la fine di quest’anno. Chi non cambia, è destinato a fallire. Gli store del futuro offriranno anche dei servizi di e-commerce come per esempio il servizio ’click and collect’, acquistare on line e ritirare comodamente in negozio, oppure il reso di un prodotto, acquistato sul web in negozio”. Uno scenaio disastroso, fortunatamente ancora lontano dal nostro, “Mentre in America e nel Regno Unito abbiamo un tasso di penetrazione del 15-20% – spiega l’esperta – da noi il peso dell’e-commerce sui consumi si attesta sul 5,5%. Siamo, quindi, molto più indietro, per questo non abbiamo avuto per ora un effetto diretto, ma c’è forte fermento anche da tutta la grande distribuzione organizzata”. Ma nel frattempo, proprio sull’effetto ‘estero’, anche le nostre catene di stanno organizzando e, aziende come Carrefour ed Esselunga hanno debuttato sul web. La Coop ad esempio consente di la spesa online, per poi ritirarla, con comodità, nel punto vendita più vicino: . “I clienti possono fare la spesa online e riceverla direttamente sul pianerottolo di casa – spiegano dalla Coop – Mezz’ora prima vengono avvisati via sms dell’orario preciso di consegna, con nome e foto dell’addetto che si troveranno davanti con le buste”. A tal proposito, delucida il responsabile di Area della Nova Coop, Cristian Laurenza, “Siamo appena partiti, da quest’anno con il servizio CoopDrive a Beinasco nel torinese e per ora siamo attorno all’11% delle vendite rispetto a un punto vendita tradizionale, è un mercato che ancora deve ’esplodere’. Si vende soprattutto scatolame, ma anche pasta, salumi e formaggi confezionati. E’ una clientela più giovane rispetto a quella dei nostri supermercati, tra i 30 e i 50 anni, con un tasso di scolarizzazione elevato. Per la maggior parte sono laureati”. Una sorta di ‘esperimento pilota’, al quale seguiranno in breve Torino, Milano, Bergamo, Cassano d’Adda e Roncadelle, a Genova, Viareggio ,Lucca e Rosignano. Al momento però sono soltanto i supermercati Unes/U2 ad usare la vetrina della piattaforma Amazon, rivela all’Adnkronos Gian Maria Gentile, responsabile digital Unes/U2: “Noi abbiamo fatto una scelta precisa, abbiamo una partnership con Amazon Italia, che per la spesa on line ha due mondi: Amazon.it, dove il grocery è esclusivamente secco e scatolame, e noi facciamo da fornitori per quello che riguarda i nostri prodotti a marchio ’il Viaggiator Goloso’. L’altro canale di vendita è Amazon Prime Now, che fa la consegna gratuita in 2 ore a Milano e hinterland per ora, a chi è abbonato Prime. Su questa piattaforma sono attivi tre operatori: Amazon retail, il nostro negozio U2 Supermercato e NaturaSì. Il cliente può ordinare tramite App o via sito scegliendo l’orario di consegna in finestre da due ore, quindi molto veloce – spiega Gentile -, ma può anche ricevere la spesa, entro un’ora, pagando 6,90 euro”. Potrà, inoltre, seguire il percorso del trasportatore sulla mappa della città in modo da sapere in tempo reale, dove si trova la propria spesa. “C’è forte richiesta di prodotti appartenenti al mondo del Free From (quelli senza lattosio, senza glutine, etc.), ma anche del mondo vegano e vegetariano – osserva Gentile a proposito dei nuovi ‘usi e costumi’ dei consumatori – Ci siamo resi conto che alcune categorie, ormai, si vendono principalmente online come i pannolini per i bimbi. Il reparto ortofrutta ha una penetrazione del tutto simile a quella nei punti vendita tradizionali. Diciamo che, più in generale, il consumatore online premia il prodotto di qualità per cui è disposto a spendere anche qualcosa in più. Nel futuro sarà ancor di più il prodotto a fare la differenza, perché, prima o poi, tutti avranno un servizio di home delivery ossia di consegna a domicilio, e avranno superato tutte quelle difficoltà, legate all’evoluzione multicanale”.
M.