Home SPETTACOLI TV E’ morto Sironi, il regista di Zingaretti-Montalbano

E’ morto Sironi, il regista di Zingaretti-Montalbano

Sembra quasi una beffa. Poche settimane fa ci ha lasciati il grande Andrea Camilleri, tra gli altri, il ‘papà’ dell’amato Commissario Montalbano, e stanotte è toccato invece al ‘papà’ televisivo della seguitissima fitcion Rai: il regista Alberto Sironi.
Nato nel varesotto, a Busto Arsizio, 79 anni fa, Sironi aveva una formazione artistica di grande spessore, essendosi diplomato nei primi anni ’60 in quella fucina di talenti che allora era rappresentata dalla scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano, diretta da Giorgio Strehler e da Paolo Grassi. Caso vuole che le sue prime esperienze avvengano proprio sotto l’egida della Rai. Qui, tra le varie esperienze maturate, lavora anche al fianco di Beppe Viola, occupandosi prima di sport, per poi deviare verso le inchieste ed i reportage, che lo porteranno a fare esperienza anche all’estero.
Il suo debuto ‘in autonomia’, alla regia. è del 1978, quando scrive e dirige due telefilm, tratti da ‘Il Centodelitti‘ di Scerbanenco. Seguiranno anni di grandi soddisfazioni ma, soprattutto, di successi di ascolto, come per l’esperienza radiofonica dove, sempre in Rai, scrive e dirige, distinguendosi su tutto con il ‘monumentale’ ‘Rimorsi’, articolato da ben 80 puntate.
Intorno alla fine degli anni ’80 vara il soggetto di ‘Eurocops‘ e ne dirige anche diversi episodi. Poi, nel 1995, firma ‘Il grande Fausto‘, la fiction dedicata al grande ciclista Fausto Coppi, ed ottiene un grande successo.
E mentre in Rai, grazie anche al suo carattere preciso e bonario diviene un vero e proprio punto di riferimento (girerà moltissime cose, e tutte caratterizzate da ottimi ascolti), verso la fine del ’90 incontra il Commissario Montalbano. Ne rimane affascinato e, dopo aver ragionato a lungo su come rappresentarlo, che volto dargli, lo ‘trova’ in Luca Zingaretti. Dopo aver ‘costruito’ pazientemente il set di Vigata, Sironi consegna così a Raiuno un successo ancora oggi indiscutibile, e per il quale – ma non solo – c’è ancora da ringraziarlo.
Max