(Adnkronos) – “Lo spettro dell’interferenza russa aleggia sulle elezioni anticipate italiane”. È il titolo di un articolo pubblicato oggi dal Financial Times. Nel riportare le dichiarazioni di diversi esponenti politici e analisti italiani, il quotidiano britannico evidenzia che “da quando è caduto il governo Draghi, gli italiani si domandano se Vladimir Putin abbia potuto contribuire alla destituzione del presidente del Consiglio come vendetta per la sua dura presa di posizione in merito all’invasione russa dell’Ucraina”.
“I tre politici che hanno staccato la spina al governo Draghi – Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi – sono noti per aver sempre avuto relazioni amichevoli con Putin e con il suo partito Russia Unita”, scrive il FT che commenta: “Benché secondo gli analisti tutti e tre i leader avessero ottimi motivi legati ai sondaggi nazionali per prendere quella decisione, ciò non ha messo a tacere l’ipotesi che Mosca abbia cospirato con alcuni esponenti insoddisfatti della coalizione di Draghi per far cadere il premier. Questa idea è ora al centro della retorica della campagna elettorale”. Al di là dei calcoli politici interni, secondo il quotidiano londinese, “incombono anche fattori geopolitici”. Dopo l’invasione dell’Ucraina, ricorda il Ft, “Draghi ha voltato le spalle alla tradizione italiana di strette relazioni con Mosca, mettendosi alla testa della dura risposta dell’Unione europea. Una posizione che ha messo in imbarazzo alcuni esponenti del suo governo di unità nazionale”.
In ogni caso, conclude il Financial Times, “la prospettiva di un’indagine sulla presunta interferenza russa è debole. Il Copasir è presieduto da un senatore di Fratelli d’Italia che ha già escluso un’inchiesta sulla Lega, ora suo alleato elettorale”.