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Elezioni Usa 2020, il comizio di Trump (senza mascherina) in Nevada: “Non richiuderemo il Paese”

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha tenuto ieri sera, domenica 13 settembre, un comizio elettorale in uno stabilimento di Henderson, in Nevada. Il primo dopo il flop di Tulsa del giugno scorso, città dell’Oklahoma dove nei giorni seguenti all’evento si registrò un boom di contagi di coronavirus.

Anche questa volta Trump, parlando senza mascherina come gran parte dei presenti, ha “sfidato il coronavirus”, contravvenendo alle misure dello Stato del Nevada per contrastare la pandemia. “Non chiuderemo di nuovo il Paese. Un nuovo lockdown distruggerebbe le vite di milioni di americani”, ha tuonato dal palco il tycoon, pronto a “prendersi il Nevada” e rimanere alla Casa Bianca “per altri quattro anni”. Per il momento, però, i sondaggi nel Silver State danno il rivale democratico Joe Biden avanti di 6 punti. Anche se un ruolo fondamentale sarà giocato dai latinos, minoranza molto numerosa, che a differenza della comunità afroamericana non stravede per il vecchio Joe.

La visita di Trump non è stata gradita da Steve Sisolak, governatore del Nevada. Poco prima del raduno aveva detto che il presidente sta prendendo “azioni sconsiderate ed egoistiche che mettono in pericolo innumerevoli vite”. Dello stesso avviso il portavoce della città di Henderson, Kathleen Richards, che ha accusato Trump di aver violato le norme in vigore nello Stato (sono vietati gli assembramenti con più di 50 persone) e avvertito il proprietario dello stabilimento, dove si è svolto l’incontro, che potrebbe rischiare la revoca della licenza.

Non si è fatta attendere la replica di Tim Murtaugh, direttore della comunicazione della campagna di Trump. “Se gli americani possono partecipare alle manifestazioni di piazza, giocare d’azzardo ai casinò o dare alle fiamme piccole imprese durante le proteste – ha dichiarato – possono anche ascoltare il presidente”.

Mario Bonito