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Elezioni Usa 2020, via libera del dipartimento di Giustizia sulle presunte irregolarità del voto. Procuratore si dimette

Pilger: "Cancellati 40 anni di non interferenza"

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha autorizzato i procuratori federali ad avviare indagini sulle presunte irregolarità nelle presidenziali del 3 novembre. Il procuratore generale William Barr ha detto che tali indagini possono essere fatte “se ci sono chiare e apparentemente credibili accuse di irregolarità che, se vere, potrebbero potenzialmente influire sul risultato di un’elezione federale in un singolo Stato”. Barr ha spiegato che dovrebbero essere esaminate solo le “accuse sostanziali” di irregolarità. “Affermazioni speculative e pretestuose – ha detto – sono da ignorare”.

Poco dopo l’annuncio di Barr, Richald Pilger, alto funzionario del dipartimento di Giustizia che avrebbe dovuto supervisionare tali indagini, si è dimesso in segno di protesta. “Questa nuova linea politica – ha spiegato Pilger – abroga 40 anni di non interferenza nelle indagini per frodi elettorali”.

Le indagini su presunti brogli elettorali sono normalmente di competenza dei singoli Stati. Barr si è giustificato dicendo che “il suo ministero ha l’obbligo di assicurare che le elezioni federali siano condotte in modo tale che gli americani possano avere fiducia nel processo elettorale e nel governo”.

Donald Trump non vuole riconoscere la vittoria di Joe Biden e sta portando avanti azioni legali in diversi Stati, come Georgia, Pennsylvania, Nevada e Arizona, risultati decisivi a favore del candidato democratico. “Queste elezioni non sono finite”, ha detto Kayleigh McEnany, addetta stampa della Casa Bianca. La battaglia legale è solo all’inizio.

Mario Bonito