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Emanuela Orlandi choc: “Messaggi Whatsapp su telefoni riservati della Santa Sede riconducono a lei”

Un incubo che lo perseguita da quasi 40 anni, un’assenza, quella dell’amata sorella, che si è tradotto in una presenza fissa nella sua mente.

Ed oggi, come ripete esattamente da 39 anni, anche in occasione di questo 22 giugno è tornato a ricordare la sua Emanuela con un sit-in, in Largo Giovanni XXIII, nella Capitale.

Un mistero di quelli veri, che tolgono il respiro, quello di Emanuela Orlandi, improvvisamente come inghiottita da un buco nero. Negli ani sono state seguite ogni sorta di pista: dai terroristi bulgari, ai turchi, dal Kgb, dagli spietati banchieri criminali, fino alla Banda della Magliana, ma ogni volta è stato un buco nell’acqua.

Pietro Orlandi: “Siamo ad un punto di svolta, ma abbiamo bisogno di persone che lavorano in Vaticano”

Eppure stavolta, quando ormai nessuno si aspettava più nulla da questa maledetta storia, è stato proprio lui, Pietro Orlandi a stupire tutti con un annuncio: “Siamo ad un punto di svolta. Io e l’avvocato abbiamo elementi in mano che possono aiutarci con certezza a capire che cosa è successo. Però ci serve la collaborazione di persone anche che lavorano in Vaticano, che sono a conoscenza di questo fatto, che si liberino la coscienza e che abbiamo il coraggio di non rimanere nell’anonimato. Abbiamo bisogno di loro“.

Pietro Orlandi: “Alcuni messaggi Whatsapp su telefoni riservati della Santa Sede riconducono a questa vicenda…”

Come tiene infatti a ribadire Pietro, cosa più volte denunciata – specie negli ultimi anni – “Il Vaticano non vuole ascoltarci, nonostante Papa Francesco mi abbia risposto e in una lettera mi abbia esortato a condividere gli elementi a nostra conoscenza con il Vaticano“. E qui il fratello di Emanuela anticipa all’agenzia di stampa AdnKronos, alcuni degli elementi, che ritiene possano essere decisivi, per capire cosa possa essere accaduto quel 22 giugno del 1983: “Uno di questi elementi consiste in alcuni messaggi Whatsapp tra due persone vicine a Papa Francesco su telefoni riservati della Santa Sede, che parlano di movimenti legati a questa vicenda, di documentazioni su Emanuela, e dicono che ne era al corrente Papa Francesco e il cardinal Abril, che all’epoca era il presidente della commissione cardinalizia dello Ior“.

Pietro Orlandi: “Questa volta potrebbe essere quella giusta. Ho scritto un sacco di messaggi a un cardinale, ma non risponde…”

Ebbene, rivela ancora Pietro, di aver più volte cercato di contattare ‘quel cardinale’, senza però mai riuscirciGli ho scritto un sacco di messaggi, ma non risponde. Questa volta potrebbe essere quella giusta. Io la speranza la ho da sempre, ogni volta l’illusione si è trasformata in disillusione ma io non demordo, perché non c’è nessun potere che possa fermare la verità, anche se resta una sola persona a volerla e a pretenderla. E siccome in questo momento qui ce ne sono tante di persone, questo mi fa un immenso piacere e mi da speranza perché moltissime di queste nemmeno la conoscevano Emanuela. E dopo 39 anni, sono tutte qua

Max