Home ATTUALITÀ Emergenza Covid, salta udienza depistaggio Borsellino

    Emergenza Covid, salta udienza depistaggio Borsellino

    (dall’inviata Elvira Terranova) – Per “per ragioni legate all’attuale emergenza sanitaria” i due pm titolari, Maurizio Bonaccorso e Stefano Luciani, non hanno potuto presenziare all’udienza di oggi, nel processo per il depistaggio Borsellino, e salta così la prevista testimonianza dell’avvocata Lucia Falzone, l’ex difensore del falso pentito Vincenzo Scarantino, che si sarebbe dovuta presentare in aula accompagnata coattivamente dopo avere disertato per due volte di seguito. Udienza lampo, dunque, al Tribunale di Caltanissetta dove il Presidente Francesco D’Arrigo ha preso atto dell’attuale situazione e ha rinviato il processo al prossimo 26 gennaio, alle ore 14.30 all’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta. “Il tribunale da atto che è pervenuta una comunicazione, da parte del Procuratore facente funzioni di Caltanissetta, in cui si rappresenta l’impossibilita di garantire la presenza dei pm titolari del processo per ragioni legate all’attuale emergenza sanitaria e chiede il rinvio ad altra data dell’udienza”, ha detto D’Arrigo ai legali in aula.  

    In quella occasione si dovrà ripresentare l’avvocata Falzone, che però oggi ha fatto pervenire un nuovo certificato medico. Nella scorsa udienza, il Presidente del Tribunale, dopo una breve Camera di consiglio, aveva disposto l’accompagnamento coattivo per oggi. “Con riferimento alla testa Falzone – ha spiegato il Presidente del Tribunale in aula – è pervenuta una certificazione medica a sostegno dell’impossibilità a presenziare. Il Tribunale ritiene necessario ribadire l’ordine di accompagnamento e dispone accertamente medico d’ufficio in ordine alle attuali condizioni di salute e alla capacità della teste di partecipare alla prossima udienza”.  

    Alla sbarra ci sono tre poliziotti, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, tutti accusati di concorso in calunnia aggravata dal metodo mafioso. E’ stata la difesa di Mario Bo, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Panepinto, a citare Lucia Falzone, che per un periodo è stata la legale dell’ex pentito Scarantino. Secondo l’accusa l’ex collaboratore di giustizia sarebbe stato indotto, dopo le stragi mafiose, ad accusare degli innocenti, che poi furono condannati. Scarantino con le sue dichiarazioni depistò le prime indagini sulla strage di via d’Amelio. Lucia Falzone, che è di Caltanissetta, ha presentato al Tribunale per due volte un certificato medico. Ma il Presidente Francesco D’Arrigo nella scorsa udienza decise di disporre l’accompagnamento coattivo con la multa da 300 euro. La stessa decisione era stata presa anche per Arianna Bossi, ex moglie di un altro falso pentito, Francesco Andriotta. Anche Bossi avrebbe dovuto essere ascoltata oggi.  

    Nel 1995 l’ex pentito Vincenzo Scarantino parlando con la sua legale, appunto l’avvocata Falcone, che oggi avrebbe dovuto essere ascoltata nel dibattimento, diceva: “Mi sento preso in giro”, senza sapere di essere intercettato nella sua casa di San Bartolomeo al Mare, in Liguria. E’ il 22 gennaio del 1995 e Scarantino si confidava con l’avvocata. Si sentiva “preso in giro” ma “non dagli avvocati”, chiariva al legale. Per questo motivo voleva tornare in carcere e “rispedire la famiglia a Palermo”. “Afferma che non ce l’ha con i magistrati – come annotavano i poliziotti nel brogliaccio che è stato depositato alla Procura di Caltanissetta nell’ambito dell’indagine aperta dalla Procura di Messina su due magistrati poi archiviata – ma con qualcuno di Palermo che lo vuole fare innervosire” e che vede “cose strane”. E ribadiva che lui “sa” di parlare con sincerità”. Il giorno successivo, invece di tornare in carcere e “rispedire la famiglia a Palermo”, deponeva al processo per la strage. Scarantino voleva ritrattare la sua falsa confessione alla vigilia della deposizione in aula? 

    “Non sono pentito di quello che ho fatto, anzi dovevo parlare subito dopo il io arresto“, diceva invece il 4 maggio del 1995 parlando con la cognata al telefono. I due non sapevano di essere intercettati. Anche questa conversazione era finita nel brogliaccio depositato dalla Procura di Messina ai colleghi nisseni nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio sulle strage di via D’Amelio. Poco prima la moglie di Scarantino, Rosalia parlando con la sorella e quest’ultima gli diceva: “Se Enzo (Scarantino ndr) torna indietro con la sua scelta è meglio per tutti”. E Rosalia le diceva che quando sente parlare al telefono del marito “pensa sempre a brutte cose”. Ma quando passa la cornetta al marito, Scarantino dice alla cognata di non essere affatto pentito della sua scelta. Si diceva “preoccupato” per la suocera perché la madre “non la tocca nessuno”. Oggi l’avvocata Falzone avrebbe dovuto chiarire le parole dell’ex collaboratore Scarantino. Lo farà alla prossima udienza, prevista per il 26 gennaio. Se non sarà accertata l’incapacità della teste di partecipare alla prossima udienza”.