ERASMUS: le vittime del pullman a Barcellona

     

    Erano le 6 del mattino, nella zona di Tarragona, Il pullman stava rientrando a Barcellona da Valencia, dove gli studenti avevano assistito alla notte dei fuochi, la celebre Fiesta de las Fallas.

    Secondo i primi rilievi, alcune studentesse non indossavano le cinture di sicurezza e nell’impatto sono state catapultate fuori dal bus. Complessivamente, le vittime accertate sono 13 e 34 i feriti. In base all’elenco ufficializzato dalle autorità, hanno perso la vita anche due ragazze tedesche, una romena, una uzbeka, una francese e una austriaca.

    Tutte avevano un’età compresa tra i 19 e i 25 anni.

    L’autista dell’autobus è indagato per “imprudenza” e per omicidio colposo plurimo. Secondo il quotidiano spagnolo La Razon, che non cita le sue fonti, l’uomo, 63 anni, risultato negativo ai controlli su tasso alcolemico e droga, ha ammesso di essersi addormentato alla guida. “Lo siento, me he dormido“, “mi dispiace, mi sono addormentato”, avrebbe detto ai servizi di emergenza arrivati subito dopo l’incidente.

    “Erasmus” è un posto sconosciuto. Almeno per gli studenti italiani. Solo il 10% dei laureati in Italia, infatti, ha scelto questo tipo di esperienza durante il corso di studi. Qualcuno ci prova e parte, qualcun altro invece resta qui. Ma quando poi succede una disgrazia come questa, solo pochi hanno la forza di restare e continuare il percorso.

     

    Valeria Colanicchia