ESPLODE IMPIANTO IN AUSTRIA: EMERGENZA GAS, COSTI IN SALITA. CALENDA: IL TAP CI AVREBBE TUTELATI

    Una tragedia doppia quella avvenuta presso il terminal austriaco di gas di Baumgarten, nell’est del Paese dove, oltre che ad interessare una ventina di operai (il bilancio parla di una vittima e di 18 feriti, uno dei quali in gravissime condizioni), l’esplosione dell’impianto mette a serio rischio la fornitura di gas per il nostro Paese. Attraverso la centrale austriaca infatti, transita il 10% della domanda europea di gas e, in particolare, quello diretto in Italia. Come ha infatti riferito il ministro dello Sviluppo economico, “Abbiamo un problema serio di fornitura. Il Tap – ha quindi aggiunto – serve proprio a quello. Se avessimo avuto il Tap non dovremo dichiarare, come faremo oggi, lo stato di emergenza”. Quali saranno ora le conseguenze? L’ad di Eni, Claudio Descalzi, ha affermato che “se finirà domani non ci saranno problemi per l’Italia. Se durerà qualche giorno o settimana, il gas mancante lo possiamo compensare. Non c’e allarmismo tra gli addetti ai lavori. Con gli stoccaggi e le soluzioni alternative si può far fronte alla situazione. E’ un problema tecnico – meccanico che si andrà a ridursi”. Una situazione che si manifesta “quando l’Italia come l’Europa importa tutta la sua energia per produrre elettricità: il 90% per l’Italia, oltre il 70% per l’Europa. Questa fragilità – aggiunge Descalzi – può essere sconfitta solo attraverso diversificazione con Lng e pipeline. Il prezzo del gas sta salendo. Ora dipenderà da quanto dura il problema in Austria. Ma al di la di trovare gas più costoso o usare stoccaggi che ci servono però a gennaio-febbraio è un fenomeno che porta ad un aumento generalizzato dei prezzi”. Riguardo la quantità di gas che l’Italia ’attinge’ dalla centrale austriaca, spiega l’ad di Eni, “proveniva gas che copre poco più del 30% del fabbisogno italiano (80% Eni). Oggi avremmo dovuto importare 57 mln di metri cubi. Speriamo di usare il meno possibile gli stoccaggi”. Ad ogni modo, conclude Descalzi, per far fronte alla situazione “prenderemo una parte degli stoccaggi ma speriamo il meno possibile. Stiamo lavorando sul gas Algerino, libico, sul gas da comprare da nord che passa dalla Svizzera. Vedremo quanto prenderne. Compensare al giorno non è facile”.
    M.