Home ATTUALITÀ Ex Ilva, scoppia caso Mapelli

    Ex Ilva, scoppia caso Mapelli

    Scoppia il caso del consigliere designato di Acciaierie d’Italia Carlo Mapelli – indicato da Invitalia – a pochi giorni dall’assemblea degli azionisti in programma il prossimo 21 luglio per la nomina dei membri del cda. Ad aprirlo una lettera, che l’Adnkronos ha potuto visionare, del legale di Acciaierie d’Italia, Fabio Giuseppe Montin, inviata il 14 luglio scorso al legale di Invitalia, Pasquale Ambrogio, nella quale si fa riferimento a una bozza di verbale dell’assemblea nella quale “si dà atto (come già nella bozza di aprile scorso) delle dimissioni dell’Ing Mapelli dalla carica di consigliere di Finarvedi Spa. Tuttavia – prosegue il legale – ciò non corrisponde con quanto risulta dalla visura camerale estratta ieri e qui allegata. Tale documento evidenzia altresì in capo all’ingegner Mapelli ulteriori cariche consiliari in società nostre dirette concorrenti”.  

    Dalle visure camerali allegate risulta che Mapelli riveste la carica di consigliere in Jsw Steel Italy Piombino (atto di nomina 17 gennaio 2020 e durata incarica fino alla scadenza dell’attuale consiglio) e in Piombino Logistics spa (dato atto di nomina il 17 gennaio 2020 e durata in carica fino a scadenza attuale consiglio). 

    Di qui la richiesta, avanzata dal legale di Acciaierie d’Italia, di “verificare con l’Ing. Mapelli se tali risultanze siano o meno frutto di un mancato tempestivo aggiornamento del pubblico registro presso la Cciaa, fornendoci in ogni caso ogni opportuna evidenza documentale e informazione circa l’assenza di qualsivoglia causa di incompatibilità del designato consigliere”.  

    Il legale di Invitalia, Ambrogio, sempre il 14 luglio scrive al diretto interessato Mapelli. “Riceviamo oggi da parte di Acciaierie d’Italia Holding spa una comunicazione con la quale, nel mentre si dà atto delle Sue dimissioni dalla carica di consigliere di Finarvedi spa, si allega anche la visura camerale estratta ieri e qui allegata. Tale documento evidenzia, in realtà – si legge nella lettera visionata dall’Adnkronos – ulteriori cariche consiliari da Ella ricoperte in società concorrenti di AdiH”. Di qui la richiesta rivolta a Mapelli di confermare “se tali risultanze corrispondano a verità ovvero siano frutto di un mancato tempestivo aggiornamento del pubblico registro presso la Cciaa”. E A Mapelli viene anche richiesto “di fornire, in ogni caso, ogni opportuna evidenza documentale e informazione circa l’assenza di qualsivoglia causa di incompatibilità o conflitto anche potenziale di interessi”.  

    La risposta di Mapelli all’avvocato di Invitalia non si fa attendere: “in merito al mio incarico come consigliere di amministrazione di JSW Italia e società controllate, Le comunico che tale impresa siderurgica non opera nel settore dei prodotti piani (coils e lamiere) né dei tubi ma trasforma solo semilavorati in acciaio per rotaie, vergella e barre (prodotti lunghi). Dato che quindi non si tratta in alcuna misura di un concorrente di Acciaierie d’Italia (neppure sotto il profilo di acquisizione della materia prima, perchè non vi è alcuna acciaieria a ciclo integrato) il mio incarico non risulta incompatibile e non ho alcuna intenzione di rinunciarvi”.  

    Un braccio di ferro che rischia di portare a uno stallo. Fonti vicine ad ArcelorMittal riferiscono, infatti, potrebbe non votare la nomina di Mapelli essendo espressione di un competitor di Acciaierie d’Italia.