Fadil lo stazio dei dubbi dei parenti

    Fadil lo stazio dei dubbi dei parenti:
    è sempre più mesta e fosca la realtà cucita intorno alla morte
    misteriosa di Imane Fadil la giovane super teste del processo Ruby
    che ha perso la vita in ospedale dopo un lungo calvario coperto da
    tantissime zone d’ombra. I familiari di Imane Fadil, a margine del
    giorno della autopsia, in obitorio, hanno chiesto ancora una volta
    chiarezza e verità. “Vogliamo sapere perché è morta”, hanno
    detto. Nel frattempo, come è noto, la procura ha chiesto di eseguire
    l’esame autoptico sul corpo di Fadil appunto la 34enne teste chiave
    dei processi Ruby e morta il primo marzo. E dal centro specializzato
    Enea confermano di aver rigettato la ipotesi radioattività: “Non
    c’è radioattività sul corpo della donna.”, hanno detto.


    Fadil lo stazio dei dubbi dei parenti:
    autopsia e rabbia dei parenti si intersecano intorno al mistero



    Nel giorno dell’autopsia di Imane Fadil
    la modella 34enne morta a inizio Marzo nella clinica Humanitas di
    Milano dopo oltre un mese di ricovero e in circostanze avvolte dal
    mistero, i familiari della donna sono giunti, su convocazione
    dell’istituto di medicina legale di piazzale Gorini, sul posto per
    provvedere al riconoscimento della salma. C’è, di certo, il fratello
    Tarek con uno dei suoi legali, Mirko Mazzali. “I familiari sono
    molto provati e arrabbiati, vogliono capire perché è morta, nessuno
    si capacita di questo. E’ stata ricoverata per tanto tempo e senza
    arrivare a una diagnosi”, ha detto appunto l’avvocato Mazzali.
    Che poi chiarisce: “Io non seguo linee complottistiche, il
    nostro consulente sta lavorando, sono aperto a tutte le ipotesi,
    anche la procura ha fretta di capire”.
    Dunque è chiaro il legale dei
    familiari: “Vogliono sapere perché è morta, provano rabbia”.
    Questo, nelle ore in cui il procuratore aggiunto di Milano Tiziana
    Siciliano e i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan hanno appunto richiesto
    per l’esame autoptico al pool di consulenti guidato
    dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, dopo i test della scorsa
    settimana che hanno sgombrato il campo dell’eventuale ipotesi
    relativa alla presenza di elementi radioattivi, azzerando dunque il
    cammino verso la pista dell’avvelenamento per radioattività.