Home ATTUALITÀ Federazione Italiana Editori Giornali chiede sospensione Telegram in Italia: ecco perchè

    Federazione Italiana Editori Giornali chiede sospensione Telegram in Italia: ecco perchè

    La Fieg chiede la sospensione del servizio Telegram in Italia. Il noto ente della Federazione Italiana Editori Giornali ha chiesto al Garante della Privacy di sospendere il servizio Telegram perchè reo di diffondere in modo illecito giornali e riviste.

    Un elemento, questo, piuttosto noto in una folta, foltissima schiera di persone che, attraverso Telegram, nel tempo, aveva la possibilità di accedere ai giornali.

    In questi giorni di isolamento con, evidentemente, un flusso ancor maggiore in questo senso, è in qualche modo apparso troppo. Da qui è scattata la richiesta della FIEG.

    Federazione Italiana Editori Giornali chiede sospensione Telegram Italia: stop a diffusione illecita di giornali e riviste

    La Federazione Italiana Editori Giornali ha chiesto al garante della Privacy di sospendere il servizio Telegram per bloccare la diffusione illecita di giornali e riviste.

    A quanto pare durante questa quarantena, alcuni utenti Telegram avrebbero utilizzato la piattaforma di messaggistica istantanea per condividere, senza ovviamente il consenso degli editori, i giornali e le riviste cartacee in formato digitale. Un tale espediente consente a tante persone di usufruire dei contenuti dei quotidiani e delle riviste senza pagarne il costo.

    Ecco perchè la Feig (Federazione Italiana Editori Giornali) ha preteso dal Garante della Privacy la sospensione del servizio Telegram.

    Nel comunicato della federazione si evince: “Un provvedimento esemplare e urgente di sospensione Telegram, sulla base dell’analisi di un incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche sulla piattaforma che, durante la pandemia, ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di Diritto. La stima delle perdite subite dalle imprese editoriali è allarmante. In un’ipotesi altamente conservativa, stimiamo 670mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno: un dato di fronte al quale confido che l’Autorità di settore voglia intervenire con fermezza e tempestività”.