FERRARI, DOPO NEW YORK ANCHE L’ITALIA: PRONTA LA QUOTAZIONE NEL MTA

    fca ricavati 9824 milioni di dollari dallipo ferrari 33917L’America sì, ma pur sempre col cuore italiano: dopo la quotazione a Wall Street, già in corso dal 21 ottobre scorso, la Ferrari raddoppia e ha presentato nella giornata di ieri domanda di quotazione nella Borsa di casa nostra. La comunicazione ufficiale, arrivata con una nota dell’azienda di Maranello, racconta di un’operazione “in connessione con la prevista separazione di Ferrari NN da Fiat Chrysler Automobilies (FCA) Nv”: il 3 dicembre prossimo infatti verrà ratificata la scissione del Cavallino Rampante dalla Casa Madre, in un’assemblea dei soci prevista nella sede di Amsterdam (dove per ragioni fiscali la Fiat ha ormai da tempo fissato il suo quartier generale”. La capitalizzazione della Rossa più famosa del mondo prosegue nel solco tracciato da Sergio Marchionne e prevede un volume di quasi 10 miliardi di dollari: l’approdo sul Mercato Telematico Azionario (MTA) era stato già preannunciato, seguendo quanto accaduto con Fca, ugualmente quotata a New York come a Milano e con il gruppo Exor come principale azionista. Alla holding presieduta da John Elkann (ereditata degli Agnelli) resterà in controllo il 24% dell’azienda mentre il 10% sarà ancora di Piero Ferrari, erede del grande Drake: l’offerta pubblica iniziale ha previsto la quotazione di circa il 10% del capitale, tradotti in 982,4 milioni di dollari in più nelle casse di Fiat Chrysler Automobilies. Intanto le risposte sul mercato americano però non hanno dato agli investitori ciò che pensavano: la collocazione sul mercato di RACE (il simbolo con cui viene rappresentata la compagnia al New York Stock Exchange) era di 52 dollari per azione mentre oggi, a distanza di poco più di un mese, ci si è attestati sui 46.22$ (chiusura della Borsa di New York di lunedì 23 novembre). Intorno al brand emiliano però, c’è ancora fiducia come spiegano le valutazioni di diverse banche come Ubs e Merrill Lynch, secondo cui il titolo Ferrari arriverà entro un anno oltre i 60 dollari ad azione: Jp Morgan invece conferma a 52 dollari il valore delle azioni (il gruppo ha partecipato al collocamento) e le indica come un valore solido da tenere in portafoglio, pronto a regalare sorprese. La mannaia degli scettici è però dietro l’angolo: 46 dollari la previsione di BNP Paribas, mentre Evercore addirittura consiglia ai suoi investitori di vendere le azioni del Cavallino al più presto, prevedendo un crollo fino ai 40 dollari. Con l’attivazione di diversi contratti di licenza, la politica di Marchionne è quella di inserire a pieno titolo Ferrari tra i grandi marchi del lusso mondiale non solo per quanto riguarda la automobili, ma anche in moda, design, ristorazione e intrattenimento: i mercati gli daranno fiducia?