FIDUCIA: FRA LE POLEMICHE AL SENATO SU JOBS ACT BRUNETTA ATTACCA RENZI

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    Si è conclusa con un crescendo di polemiche la seduta del senato nella quale il Governo ha ottenuto la fiducia sulla legge delega per la riforma del lavoro. una seduta caratterizzata fra l’altro dalle divisioni all’interno della sinistra del PD che , pur assicurando il voto favorevole sulla fiducia, ha annunciato battaglia nel prossimo passaggio parlamentare del pèrovvedimento alla Camera.

    E proprio in vista del prossimo appuntamento a montecitorio, ad attaccare a testa bassa  la maggioranza e il Governo è stato i Presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta.”Il governo Renzi e la sua maggioranza sono nel caos piu’ totale. In queste ore,  – ha osse4rvato Brunetta-  mentre al Senato e’ ancora in corso il dibattito sulla fiducia, si stanno scontrando in modo paradossale le diverse anime all’interno del Pd e della maggioranza. Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro, esponente di spicco di Ncd in maggioranza, dice di avere vinto, e il testo del maxiemendamento sembra dargli ragione. La minoranza Pd strilla per il tradimento del voto in direzione, ma sembra non avere il coraggio di votare contro il provvedimento in Aula al Senato, minacciando revisioni quando la delega passera’ alla Camera”.  “il risultato di tutto questo caos e’ un inaccettabile compromesso, fatto di detto e non detto, di rinvii, di furberie lessicali e di ambiguita’, per tenere insieme il diavolo e l’acqua santa. E per darla a bere a un inutile vertice informale che si sta stancamente chiudendo a Milano”.
       “Siamo di fronte – riprende – a una situazione grottesca, fatta tutta di annunci, compromessi e inganni. L’esatto contrario del riformismo di cui ha bisogno il nostro paese. Con gli ineffabili Barroso e Schultz – incalza – a lodare il nulla, che non hanno ovviamente letto, come, d’altronde, avevano lodato il nulla di Monti e Fornero”.
       “Ci sarebbe da ridere, se la situazione non fosse drammaticamente seria e da piangere. Certamente – conclude – i mercati finanziari e gli investitori, nazionali e internazionali, non berranno questa ignobile pantomima. La subiranno, purtroppo, i nostri giovani”.