FISICA – IL PREMIO NOBEL A KAJITA E MCDONALD: LE OSCILLAZIONI E L’ESISTENZA DI UNA MASSA NEI NEUTRINI


Avendo  “risolto il puzzle dei neutrini e aperto un nuovo mondo nella fisica delle particelle“, il canadese Arthur B McDonald ed il giapponese Takaaki Kajita sono stati premiati con il 109mo Premio Nobel per la Fisica.  Una scoperta ’rivoluzionaria’ fondata sulle oscillazioni del neutrino, e dell’esistenza di una sua massa, che ha conquistato l’Accademia reale svedese delle Scienze: “Dopo una lunga mole di esperimenti, il neutrino, per lungo tempo considerato senza massa, ha invece una massa” e “ciò è di importanza rivoluzionaria per la fisica delle particelle e per la nostra comprensione dell’Universo” si legge nelle motivazioni al Premio.“Viviamo in un mondo di neutrini. Migliaia di miliardi di neutrini fluiscono attraverso il vostro corpo ogni secondo. Non potete vederli e non se sentono. I neutrini attraverso di corsa lo spazio quasi alla velocità di luce e quasi mai di interagiscono con la materia”. E da dove vengono queste particelle? “Alcuni neutrini sono stati creati già nel Big Bang, gli altri vengono continuamente creati in vari processi nello Spazio e sulla Terra, dall’esplosione di supernovae o dalla morte di stelle massicce, o da reazioni di energia nucleare” – spiegano gli illustri membri dell’Accademia reale svedese delle Scienze. “Anche all’interno del nostro corpo -aggiunge- una media di 5.000 neutrini al secondo viene rilasciata quando un isotopo di potassio decade. La maggior parte di coloro che raggiungono la Terra sono originari di reazioni nucleari all’interno del Sole. Secondi solo alle particelle di luce, i fotoni, i neutrini sono le più numerose particelle dell’intero Universo”. Naturalmente entusiastica la reazione dei fisici delle particelle, come ha dichiarato Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: “La fisica delle particelle celebra un altro straordinario successo dopo quello del bosone di Higgs. E’ un riconoscimento a chi ha misurato che il flusso di neutrini atmosferici presentava una anomalia e suggeriva quindi che essi si trasformassero durante il percorso tra specie diverse e a chi sperimentalmente ha dimostrato che sommando su tutte le specie il conto tornava”.